don salvatore civis anni 2015

Un convento gremito all’inverosimile ha accolto ieri sera il Civis Anni 2015. Tantissimi venafrani hanno voluto quindi dimostrare la propria vicinanza a don Salvatore Rinaldi. L’impressione – ovviamente con tutto il rispetto per i precedenti Civis Anni – è che mai scelta sia stata più condivisa di questa. Il presidente della Caritas diocesana è uomo amato veramente da tutti in città, e non solo. E ieri i fedeli hanno voluto testimoniare questo loro amore nei confronti di un parroco che definirlo così appare riduttivo. In effetti, il suo curriculum è impressionante. Infinito. A capo di numerose associazioni, tutte con fini sociali, docente universitario, membro della commissione presbiterale italiana della Cei: tanto per citare alcuni ruoli.
Insomma, il circolo San Nicandro ha effettuato una scelta praticamente unanime. Nel convento, dopo il saluto di padre Antonello, la presidente del circolo Vincenzina Scarabeo Di Lullo ha illustrato le motivazioni che hanno indotto l’assemblea – a scrutinio segreto – a nominare don Salvatore Rinaldi.
La presidente lo ha quindi descritto come un “cittadino venafrano che opera nella città degli uomini per la gloria della città di Dio e questa dimensione rende ancora più prezioso il riconoscimento di Civis Anni conferito ad un sacerdote. Venafro vanta una tradizione di uomini consacrati noti per il ruolo svolto nella società a loro contemporanea”. Questi “hanno costruito la storia di Venafro, affidando ai posteri il loro impegno sociale e religioso verso la loro città. In questa scia si colloca l’impegno di don Salvatore, sacerdote-scrittore-filantropo, che ricerca, giorno dopo giorno, non tanto la storia di fatti e fenomeni contemporanei, quanto piuttosto la storia dell’uomo, e di ciascun uomo, a cui indica la via della vera felicità oltre il tempo e lo spazio circoscritti”. Dunque, “per questo non deve stupire che i soci del circolo San Nicandro abbiano riconosciuto a Don Salvatore la capacità di parlare con ogni diverso interlocutore del suo tempo una lingua capace di stabilire il dialogo e la condivisione nel nome di Cristo affinché si ritrovi la coesione sociale, etica e spirituale”. La Scarabeo Di Lullo, ad una vastissima platea, con tante autorità civili, militari e religiose in prima fila, ha voluto ricordare come sia “difficile condurre la persona singola e con essa tutta la comunità di appartenenza su percorsi di comprensione reciproca e di accoglienza degli uni per gli altri” come fa don Salvatore, il quale “si immerge quotidianamente nella storia di ogni uomo che incontra e ne condivide i problemi, le gioie e le angosce, con piena disponibilità, con umiltà e con fermezza”.
Insomma, “per questi motivi il riconoscimento di Civis Anni a don Salvatore Rinaldi si inquadra nel contesto della dottrina-insegnamento sociale della Chiesa, che dal Concilio Vaticano II va guidando il mondo cattolico, sostenendo percorsi laici innovativi e evangelicamente rivoluzionari”. Don Salvatore ha lavorato “come autentico missionario della dottrina sociale della Chiesa fin dall’inizio del suo presbiterato, consolidando in tale direzione ha consolidato la sua vocazione sacerdotale”. La presidente ha pertanto ricordato come “le scuole di Venafro lo hanno visto allievo attento ma anche birichino, e i gloriosi seminari di Venafro, di Isernia, di Benevento e di Napoli lo hanno visto impegnato fino all’ordinazione sacerdotale avvenuta il 12 maggio 1979, dopo aver maturato tra l’altro quattro anni di ministrante del Papa Paolo VI in Vaticano”. Titoli di studio, attività pastorali, incarichi diocesani, incarichi professionali e pubblicazioni sono stati elencati nel dettaglio. Un elenco davvero sterminato segno che l’azione di don Salvatore è sconfinata. Tra l’altro giova ricordare come sia presidente della Fondazione regionale antiusura “San Pietro Celestino”, presidente dell’associazione “Girasole”-Consultorio familiare diocesano Isernia, presidente del Comitato etico al Neuromed di Pozzilli, ecc nonché docente di Bioetica presso la Pontificia Università Europea “Regina Apostolorum” di Roma. Nel corso della serata sono state sottolineate le sue “capacità di adattamento al dialogo in ambienti pluriculturali”. A conti fatti, “don Salvatore è uscito dalla sacrestia ed ha incontrato l’umanità e l’umanità bisognosa”. Alla sua presidenza si devono i numeri fatti registrare da Consultorio e Caritas che “solo nell’anno 2015 hanno registrato 800 accessi con 3.800 prestazioni offerte (80% a persone di nazionalità italiana ed il 20% stranieri)”. La Caritas diocesana “ha dato forte impulso al Prestito della Speranza che consiste nell’erogazione di fondi in accordo con le banche convenzionate a famiglie in difficoltà economica. In quest’ultimo servizio la Caritas si è assunta la responsabilità del rischio in capo ai suoi operatori, in primis a don Salvatore” e si è collocata al secondo posto in Italia nel 2014 per finanziamenti erogati.
Dopo il ‘saluto’ del vescovo Cibotti, che ha rivolto parole di gratitudine al Civis Anni 2015 ed al suo operato, è quindi toccato ad un emozionato don Salvatore – che ricordiamo tutti i lunedì tiene la rubrica “Fede e Società” su Primo Piano – ringraziare tutti. Il premio lo ha dedicato al suo maestro “Primo Mazzolari, un prete combattente, limpido alla fedeltà del messaggio cristiano: siamo forti dinanzi agli umili ma spesso siamo fragili di fronte ai prepotenti. Qualcuno chiude gli occhi ed il cuore, molti non si battono con passione e poesia della lotta ed hanno perduto il gusto delle anime”. Altra lezione di stile è arrivata poi quando è stato comunicato che la somma in denaro che il vincitore da prassi dona al circolo San Nicandro verrà invece donata ad una famiglia bisognosa.
Nell’albo, don Salvatore succede al generale dell’Arma Salvatore Luongo.

 

(su Primo Piano Molise di oggi in edicola)

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