Mezzanotte in punto: il neosindaco Alfredo Ricci, accompagnato dal presidente del comitato festa Ernesto Cardarelli e da centinaia e centinaia di venafrani assiepati nel piazzale, suona la campanella del convento. Dopo pochi istanti, ecco uscire il superiore e guardiano della basilica, padre Cosimo Vicedomini: «Con gioia accogliamo la vostra richiesta e apriamo i festeggiamenti in onore dei nostri santi martiri». Si sono aperte dunque così le cerimonie in onore dei santi Nicandro, Marciano e Daria a Venafro. La “bandarella” quindi per tutta la notte ha portato l’annuncio in giro per la città suonando il classico gingle e fermandosi di tanto in tanto per rifocillarsi. Oltre alla splendida e consueta accoglienza di vico Parasacco, la “bandarella” è stata accolta ‘a braccia aperte’, come da vecchia consuetudine, anche a casa del sindaco della città.
Il giro della “bandarella”, pertanto, ha segnato il via ai festeggiamenti, che sono poi proseguiti nella giornata di ieri con il programma stilato dal comitato: in piazza Cimorelli l’esibizione di “Easypop”.
Alle 19,30, invece, la solenne processione dei santi martiri di “apertura”, quella cioè che parte dalla chiesa dell’Annunziata e termina nella basilica di San Nicandro. In prima fila le massima autorità civili, militari e religiose della città.
Il programma di oggi. Oggi è la giornata di san Nicandro (ieri san Marciano, domani santa Daria). I festeggiamenti entrano nel clou. Si comincia con il programma religioso alle ore 11 l’atteso solenne pontificale in basilica. Il sindaco Ricci consegnerà chiavi e ceri della città al vescovo della diocesi Isernia-Venafro Camillo Cibotti. Quindi, nel pomeriggio dalle ore 18 presso la palazzina Liberty collettiva di arte contemporanea “Confini” e performance musicale a cura del maestro Nicola Graziano e “sconfinando” nel tango con Laura Amadei e Ali Nazami; alle 21,30 il concerto de “La storia dei New Trolls”. All’alba, intanto, si verificherà anche l’eventuale presenza della santa manna. Le celebrazioni si concluderanno poi domani con la solenne processione di “ritorno” con la testa ed il busto argenteo di san Nicandro, oltre all’urna contenente le reliquie di santa Daria, che partirà dalla basilica e attraverserà le vie della città per terminare nella chiesa dell’Annunziata.
La storia. Un’immemorabile ed ininterrotta tradizione cristiana tramanda che Nicandro, ufficiale dell’esercito romano convertitosi al cristianesimo, accettò il martirio pur di non rinnegare la sua nuova fede. Fu decapitato e sepolto nell’antico cimitero militare romano, presso Venafro. Stessa sorte subirono la moglie Daria e il fratello Marciano. Erano gli ultimi sussulti della grande persecuzione diocleziana contro i cristiani, agli inizi del IV secolo dopo Cristo. Il martirologio romano – il calendario ufficiale della chiesa latina – al giorno 17 giugno recita: Apud Venafrum, in Campania, sanctorum martyrum Nicandri et Marciani, qui in persecuzione Maximiani capite caesi sunt.
Nel 1650, il vescovo di Venafro, Ludovico Ciogni, romano, fece trarre a parola da alcuni codici esistenti in Roma il racconto del martirio e lo fece inserire nelle seconde Lezioni dell’Ufficio Divino, recitato dai canonici e dai sacerdoti delle diocesi di Isernia e Venafro, fino alla riforma liturgica operata dal Concilio Ecumenico Vaticano II. Nel 1933 si rinvennero, sotto l’altare maggiore della basilica, il sarcofago del santo e altre tombe contigue che successivamente furono rimosse nel contesto di uno scavo operato segretamente. Il sarcofago è invece rimasto al suo posto ed è meta di continui pellegrinaggi.
Ricordiamo che i santi Nicandro, Marciano e Daria sono i patroni della città di Venafro; il primo è anche patrono dell’intera diocesi Isernia-Venafro.

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