«Non abbiate paura ad accogliere i fratelli stranieri, sull’esempio di Cristo, spalancate le porte della vostra coscienza»: forte appello alla solidarietà e alla condivisione del vescovo monsignor Camillo Cibotti durante la messa in onore dei santi Martini Nicandro, Marciano e Daria.
«Noi abbiamo paura delle nostre certezze, di perdere le nostre certezze e così chiudiamo al dialogo e all’ascolto, di chi viene da noi perché vuole una vita più dignitosa». Parole che hanno risuonato a lungo nella Basilica dei santi patroni. Il presule ha parlato di temi di stringente attualità mettendo in luce il significato del martirio dei santi patroni: «Nell’epilogo della loro vita, quello più drammatico i nostri Santi Martini Nicandro, Marciano e Daria non hanno rinnegato la loro fede, si sono rimessi alla volontà di Cristo. Ed è Cristo la nostra, luce, il nostro faro anche oggi, in un mondo che ha dimenticato i valori autentici. Siamo sconfortati, ma noi non dobbiamo farci prendere dallo sconforto. Non dobbiamo avere paura del futuro. E poi non dobbiamo essere spettatori passivi, partecipare alla vita comune è un dovere di tutti, siate pungolo dei vostri amministratori, le sorti della vostra città è nelle vostre mani. E poi riconquistiamo la dignità di essere molisani, venafrani nella certezza della presenza di Cristo. Quel Cristo che si vede nella sofferenza, nel lavoro che non c’è, nei giovani che scappano perché non trovano da noi opportunità. Come chiesa saremo sentinella perché i nostri politici diano prova di maturità e siano soprattutto concreti nelle programmazioni. Noi dobbiamo attualizzare la parola di Cristo, come cristiani dobbiamo essere segni del cambiamento».
Tuonano le parole del presule al cospetto delle massime autorità politiche, civili e militari della regione. Per la prima volta ad assistere alla funzione religiosa un presidente di regione. Donato Toma è arrivato puntuale in chiesa. Con lui il vice presidente Vincenzo Cotugno, i consiglieri regionali Massimiliano Scarabeo e Vittorio Nola, la deputata 5 Stelle Rosalba Testamento, il prefetto di Isernia Fernando Guida. Particolarmente emozionato il sindaco di Venafro appena eletto Alfredo Ricci durante la cerimonia della consegna delle chiavi della città al vescovo Cibotti. «Monsignor Cibotti le rinnovo la richiesta di pregare per me e per coloro che compongono questa Amministrazione, affinché, con umiltà, determinazione e perseveranza, possiamo sempre essere all’altezza delle sfide che attendono Venafro sull’esempio dei Santi Martiri. E voglia pregare anche per i venafrani, affinché possano essere sempre vicini a noi, per consentirci di trovare e attuare, insieme, le migliori soluzioni alle difficoltà di Venafro».
Un passaggio toccante del primo cittadino che ha voluto toccare vari temi intorno al martirio dei Santi Martiri: «Tutti siamo chiamati ad essere testimoni secondo la propria inclinazione: questo è il messaggio dei Santi Martiri che noi, popolo venafrano, vogliamo fare proprio nella nostra vita di tutti i giorni. Tutti siamo chiamati ad essere testimoni secondo la propria inclinazione: questo è il messaggio dei Santi Martiri che noi, popolo venafrano, vogliamo fare proprio nella nostra vita di tutti i giorni. Per noi amministratori, in particolare, tanto più in questo momento in cui ci accingiamo ad iniziare il nostro percorso amministrativo lungo 5 anni, questo messaggio va attualizzato nell’impegno costante e gioioso in favore del bene comune».
Ricci poi ha voluto tracciare il suo cammino, quello che vuole tradurre in cose concrete per il bene della città. «Il nostro impegno, con l’aiuto e l’intercessione dei Santi Martiri, dovrà essere rivolto in primo luogo ai giovani, che tanta speranza e fiducia ripongono nel futuro e tanto amore nella nostra città; ai padri di famiglia, che si sentono mortificati per non riuscire a garantire il pieno sostentamento ai propri figli; agli anziani, che in una società accelerata spesso si ritrovano soli e senza interessi; infine, mi sia consentito, a tutti coloro che hanno sofferto per avere avuto persone care decedute per tumore e agli stessi malati, affinché il diritto alla salute, anche coniugato con il diritto al rispetto dell’ambiente, sia tutelato effettivamente. Il Comune, da solo, non può fare miracoli, neanche quando il Sindaco ha conseguito un risultato elettorale specialmente entusiasmante; tuttavia, contiamo di costruire quella giusta collaborazione con le altre istituzioni, che consenta di amministrare bene il presente e programmare anche meglio il futuro, mettendo al centro sempre e soltanto il benessere di tutti i nostri concittadini indistintamente. Con questo spirito e avendo nel cuore queste intenzioni, a breve a nome dei venafrani consegnerò ai Santi Martiri le chiavi della città e i ceri, ponendole nelle sue mani, Eccellenza, lei, che è continuità di Cristo, oggi, nella chiesa locale, così da dare continuità anche nel tempo attuale al messaggio dei Santi Martiri, sperando di riuscire ad attualizzarlo nell’impegno amministrativo che ci attende».
Marco Fusco

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