Giornata importante oggi a Venafro sul fronte ambientale. Scade infatti l’ordinanza sindacale di limitazioni del traffico dei veicoli più inquinanti.
Dopo una settimana di continui sforamenti, complice il vento forte che ha sferzato la Piana, e lo stop o comunque l’attività a basso regime di due impianti l’aria domenica si è ripulita: polveri sottili nella norma.
Ma un giorno su sei è chiaramente un dato poco indicativo. Tuttavia, oggi con i dati certificati da Arpa per tutta la settimana dell’ordinanza, si potranno forse trarre delle considerazioni più generali.
Nel dettaglio, se sabato il Pm10 ha segnato quota 97 ug/m3, pressoché il doppio del limite, domenica la centralina è finalmente scesa a 33 ug/m3, al di sotto della soglia di allarme.
Stesso trend per il pericolosissimo particolato fine. Il Pm2,5 ha fatto registrare 87 ug/m3 sabato e 27 ug/m3 domenica. In questo caso il limite sarebbe di 25 ug/m3 ma da intendersi su media annua. A fare i calcoli è stato anche il consigliere comunale e dirigente regionale Pd Stefano Buono. «Trascorsi sei giorni dall’inizio della restrizione al traffico veicolare, la situazione appare tutt’altro che rassicurante. Dal primo al 13 gennaio (ovvero prima che fosse vigente il provvedimento di restrizione al traffico) abbiamo avuto un valore medio di Pm10 pari a 62 ug/m3 e pari a 50 ug/m3 quelli attinenti al Pm2,5. Dal 14 al 19 gennaio (nei giorni interessati dalla restrizione al traffico veicolare) abbiamo registrato i seguenti valori medi: 88 ug/m3 e 72 ug/m3 per, rispettivamente, Pm10 e Pm2,5». Dunque, per Buono «appare del tutto evidente che il traffico veicolare, pur rappresentando un fattore non trascurabile anche dal punto di vista della vivibilità, non costituisce il motivo principale dell’inquinamento. Questo ci dovrebbe portare a pretendere una volta per tutte da una classe politica che si rivela sempre più inadeguata e menefreghista, incapace di mettere in campo politiche ambientali di lungo respiro, gli strumenti per comprendere definitivamente i motivi e i fattori che incidono in modo davvero significativo sui livelli di inquinamento e poi, nel caso in cui dovessero sussistere i presupposti, prendere i consequenziali provvedimenti».
Il consigliere quindi avanza ulteriori provvedimenti a suo dire da assumere con urgenza, e cioè: «Analisi delle diossine; installazione di due centraline poste lontano dal traffico veicolare e dal centro abitato e, preferibilmente, nei pressi degli impianti impattanti presenti sul territorio dei Comuni di Pozzilli e Sesto Campano; installazione anche di centraline che abbiano la capacità di rilevamento del Pm0,1; strumenti per attuare un’analisi della spettrometria di massa in grado di rilevare con precisione chirurgica la composizione degli inquinanti presenti nelle polveri sottili e di conseguenza accertare la loro derivazione in termini percentuali (traffico, incenerimento, fattori industriali, riscaldamento domestico ecc); analisi a campione di terreni e acque». Inoltre, Buono batte ancora sulla promozione di una strada a quattro corsie.
Insomma, con massima priorità «si diano immediatamente le risorse all’Arpa per eseguire, a stretto giro, queste ed altre ulteriori analisi ed approfondimenti».
Studio epidemiologico. Intanto, sull’approvazione della delibera di giunta che di fatto dà il via allo studio epidemiologico sono intervenute le Mamme per la salute, che tale studio avevano chiesto e promosso. «L’associazione ringrazia tutti gli attori che hanno concorso alla definizione di questo agognato studio; si ringrazia in particolar modo il sindaco di Venafro Alfredo Ricci e l’assessore all’Ambiente Dario Ottaviano che da subito, accogliendo la richiesta dell’associazione, si sono attivati con impegno e concretezza. Dopo un lungo iter, non esente da interferenze, si approda alla definizione dell’accordo che prevede uno studio della durata di due anni. Siamo certe che i tempi verranno rispettati e che gli enti saranno tempestivi nell’inviare al Cnr tutti i dati sanitari e anagrafici, necessari per l’effettuazione dello studio».
Le Mamme, quindi, hanno voluto sottolineare come «l’emergenza ambientale e sanitaria che vive il nostro territorio non scaturisce dal nulla ma è dovuta alla sommatoria degli inquinanti immessi nell’ambiente, a norma di legge, che però cumulandosi stanno avvelenando la Valle del Volturno. Attribuire o voler attribuire le responsabilità unicamente ad una fonte, nello specifico al traffico veicolare, senza per altro mai sottolinearne la percentuale di incidenza, è stato e continua ad essere strumentale».
Va comunque riconosciuto che «se la gravità della situazione è ora nota a tutti va sottolineato come per troppi anni, gli enti preposti alla tutela della salute, hanno – secondo le Mamme – sottostimato il problema. Dal 2005, anno in cui abbiamo iniziato a segnalare le criticità ambientali del territorio ad oggi, sono trascorsi 15 anni. Quindici anni senza che si adottassero gli accorgimenti necessari a tutelare la salute dei cittadini, quindici anni continuando a negare l’evidenza, 15 anni di lacrime, malattie e morte».
Adesso, in attesa di conoscere l’esito dello studio epidemiologico «deve essere priorità della politica produrre azioni concrete, efficaci e validate scientificamente, volte alla tutela della salute pubblica che in questo territorio è messa a gravissimo rischio. Da subito si invita pertanto ed intanto la Regione a desistere dalla volontà di installare nel territorio venafrano macchinette “mangia soldi” (mangia smog, ndr), di cui si sono chieste informazioni che nessuno ha ritenuto di dover dare, ma di investire denaro pubblico nella piantumazione di alberi che sono l’unico mezzo scientificamente valido come macchine “mangia polveri”. Inoltre, si invita tutta la classe dirigente e politica ad impedire con atti amministrativi e legali l’insorgere di qualsiasi altro tipo di impianto impattante».
Una posizione estremamente chiara e decisa, del resto come al solito, dunque da parte delle Mamme per la salute con la quale istituzioni ed enti sono chiamati sempre a fare i conti.
Il Blitz. Intanto, per il pomeriggio di oggi, in occasione dei lavori consiliari, in Regione è in programma una “visita” di esponenti ed attivisti di Città Nuova per richiamare ancora e sempre più forte l’attenzione dell’ente verso la grave problematica che attanaglia la Piana di Venafro.
riccardo p

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