«Azzerato il traffico e spente le caldaie, ma l’inquinamento resta». Ormai è una conferma. Come scritto nelle prime settimane delle restrizioni governative per contrastare il coronavirus, il livello di inquinamento della Piana di Venafro non “segue” il traffico. E tantomeno, a quanto pare, i riscaldamenti domestici. A sollevare la questione sono le Mamme per la salute e l’ambiente, che hanno proposto una istanza di accesso agli atti all’Arpa Molise.
Secondo le attiviste dell’associazione, «un test che non si sarebbe mai potuto effettuare senza un evento eccezionale come quello dovuto al Covid-19. Tutte le sostanze inquinanti tenute sotto controllo dall’Arpa non sono affatto diminuite nonostante il blocco progressivo del traffico. I benefici si sarebbero dovuti cumulare sommando i tanti giorni senza traffico, invece non è accaduto». Almeno non nel modo che sarebbe stato lecito attendersi.
Infatti, «sia il particolato Pm10 che il Pm2,5 hanno valori decisamente elevati. Il Pm10, il più noto, era a 44 µg/m³ il giorno 17 marzo e a 47 µg/m³ il giorno 21 marzo. Stessa sorte per il Pm2,5: 38 µg/m³ il 17 marzo, e 42 µg/m³ il 21 marzo per poi avere una media più bassa a partire dal 27 marzo (da segnalare, poi, una impennata nell’ultima settimana, ndr). Un disastro. Con le auto completamente ferme. Allora, l’inquinamento non è colpa del traffico – ragionano le Mamme -. O quanto meno, se si fermano i veicoli la situazione non migliora o migliora di poco. Questi numeri hanno un senso e certamente quando la nostra vita riprenderà un percorso normale, bisognerà affrontare il problema in modo diverso, consapevole e responsabile».
A questo punto, dall’associazione auspicano che «politici e amministratori, dopo questa triste e dura esperienza, affronteranno l’argomento in modo oggettivo senza farsi influenzare da motivazioni di altro genere».
A tal proposito l’associazione «per acquisire maggiori e più dettagliate informazioni ha inviato una precisa richiesta». L’istanza di accesso agli atti con puntuale richiesta di informazioni in materia ambientale è stata indirizzata all’Arpa Molise e all’Ispra nonché per conoscenza al sindaco di Venafro ed al Ministero dell’Ambiente.
«In considerazione del fatto che a causa delle normative Covid-19, le eccezionali condizioni di limitazione di traffico (e altre attività antropiche non consentite), con la conseguente sospensione degli effetti inquinanti a queste direttamente correlate, generi una unica e irripetibile condizione per eseguire diverse valutazioni differenziali oggettive di natura ambientale, con la presente – si legge nella missiva delle Mamme – richiedono, ai soggetti in indirizzo, ognuno per le proprie competenze, di fornire le seguenti informazioni di natura ambientale e di interesse per la salute pubblica: in base ai dati rilevati dalla Rete di monitoraggio della qualità dell’aria, 1) se è stata valutata e definita la componente emissiva ed immissiva di inquinanti atmosferici da traffico veicolare, in considerazione del fatto che la sua quasi totale assenza, in questo periodo di restrizioni alla mobilità, rappresenta una condizione di “bianco”, unica e irripetibile per stimarne per differenza dall’ordinario la sua incidenza quantitativa e qualitativa; 2) di conseguenza, se è stata e viene stimata oggettivamente l’incidenza emissiva ed immissiva, quantitativa e qualitativa, delle altre sorgenti, con particolare riferimento ai siti industriali Colacem ed Hera, anche in misura delle fasi di marcia/arresto di detti impianti; 3) infine se sia oggettivamente stimata e definita la componente residua emissiva ed immissiva da altre fonti diffuse».
A tal proposito, ricordiamo come l’associazione insieme al Wwf Molise nel 2019 ha impugnato il Priamo della Regione poiché nel documento approvato «manca un’analisi precisa e accurata delle sorgenti responsabili dell’inquinamento atmosferico nella Piana di Venafro, tra cui non rientra solo il traffico veicolare e il riscaldamento domestico, ma anche tutti gli impianti produttivi collocati nella Piana. Nel Piano approvato si asserisce anche che per assenza di dati “non è stato possibile definire gli obiettivi specifici da perseguire per la salute umana in Molise”».
Ancora una volta, intanto, alle Mamme è giunto il sostegno pubblico del magistrato e attuale sindaco di Modugno Nicola Magrone: «Un gruppo di instancabili donne si batte da anni a Venafro per la salute e l’ambiente. Averle conosciute è tra le più importanti esperienze che ho fatto in Molise, alcuni anni fa. Tentano da tanto di fermarle, ma – tranquilli – non ci riesce nessuno».

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