A testimonianza dell’importanza che l’argomento riveste per la Piana di Venafro, intorno alla risposta del ministro dell’Ambiente Costa si è scatenata una ridda di reazioni la cui eco ancora non si spegne. A destare ulteriore “scalpore” potrebbe essere la ‘coincidenza’ della presentazione di una nuova interrogazione da parte sempre della deputata 5 Stelle Rosalba Testamento come prima firmataria per ribadire l’urgenza di intervenire. L’onorevole grillina, lo stesso giorno in cui il ministro dell’Ambiente depositava la risposta “rassicurante” presentava un rinnovato quesito, per evidenziare a Costa come «per il 2019 la stazione di monitoraggio della qualità dell’aria Venafro2 ha registrato 39 superamenti della concentrazione media giornaliera (50μg/m3) del Pm10, cioè 4 sforamenti in più rispetto ai 35 consentiti dalla normativa vigente, mentre per il Pm2,5 si è registrata una media annuale di 21 μg/m3, al di sotto del limite di 25 μg/m3 previsto dall’attuale normativa, ma al di sopra del limite di 20 μg/m3, tuttora indicativo, previsto nella direttiva 2008/50/Ce». Insomma, una “sveglia”, suonata da chi magari pure senza esternarlo a chiare lettere sarà rimasta delusa del “proprio” ministro.
A Costa la Testamento lo scorso 21 maggio ha pure sottolineato come «oltre ai continui sforamenti dei mesi di gennaio e febbraio 2020, il livello di inquinamento nella piana non è diminuito nemmeno con il blocco del traffico e delle attività disposto per il contenimento del Covid-19, coi valori di Pm10 e Pm2,5 che hanno raggiunto anche in queste settimane picchi preoccupanti». Per la deputata, inoltre, «ciò dimostra che la pessima qualità dell’aria della piana non dipende dal traffico, pressoché inesistente in queste settimane, bensì da altri fattori», indicati dalla stessa nelle industrie insalubri di prima classe.
Con la nuova interrogazione (di cui avevamo in realtà già riferito però senza essere a conoscenza della risposta a quella precedente), probabilmente il ministro avrà l’opportunità per “correggere” il tiro. La Testamento, in sostanza, gli ha reiterato la richiesta per sapere «se il ministro interrogato non ritenga opportuno adottare, per quanto di competenza, ogni utile iniziativa volta ad acquisire un quadro puntuale della situazione di inquinamento ambientale nella piana di Venafro».
L’interrogazione della Occhionero. A dire il vero, nell’aprile di quest’anno pure la deputata di Italia Viva Giuseppina Occhionero era intervenuta sul tema lanciando l’allarme e chiedendo (per ora senza risposta) a Costa «quali iniziative intenda assumere per garantire la messa in sicurezza del contesto venafrano».
La bocciatura di Sorbo. Sia come sia, tra i tanti ai quali la risposta del ministro (che in base ai dati in suo possesso ha teso a “rassicurare”) non è andata giù neanche all’ex sindaco Antonio Sorbo: «Questo sarebbe il ministro dell’Ambiente, quello che doveva cambiare tutto. E invece non ha cambiato nulla. […] Nonostante l’evidenza di fatti e dati, nonostante ben due procedure di infrazione europee aperte negli anni scorsi, nega che nel nostro territorio esista un problema ambientale. Un ministro che poi censura ufficialmente l’operato di un’agenzia pubblica, sebbene regionale, come l’Arpa e poi non muove un dito penso che non meriti alcuna considerazione. Sono curioso di conoscere cosa ne pensano i tanti amici grillini…».

 

 

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