Per la prima volta dopo 4 anni dai fatti, Arpa Molise interviene per illustrare il proprio punto di vista sul sequestro dei rimorchi carichi di ceneri diretti da Herambiente a Colacem. In particolare, lo spunto è un nostro articolo del 2 luglio scorso che, tra le altre cose, riferiva delle dichiarazioni messe nero su bianco dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa in un atto parlamentare (risposta scritta all’interrogazione della deputata Rosalba Testamento del M5S pubblicata giovedì 21 maggio 2020 nell’allegato B della seduta numero 344). Costa ha scritto: «In relazione a tali accertamenti, la polizia giudiziaria incaricata nella predetta attività ispettiva ha evidenziato una serie di anomalie procedurali commesse dalla citata agenzia (ovvero Arpa, ndr) sia nella fase di campionamento e sia in quella di analisi vera e propria. A fronte di tali anomalie, il pubblico ministero ha richiesto al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia un incidente probatorio per lo svolgimento di una definitiva analisi delle ceneri in questione».
Procedimento che, com’è noto e come riportato da queste stesse colonne, è finito con l’archiviazione. In ogni caso, pubblichiamo volentieri integralmente la versione dell’Arpa Molise, che svela anche alcuni dettagli finora non noti.
La nota di ‘precisazione’ di Arpa Molise. «In riferimento all’articolo pubblicato sul quotidiano “Primo Piano Molise” in data 2 luglio scorso ed in particolare per gli argomenti in esso trattati riguardanti “presunte anomalie” sull’operato dell’Arpa Molise in termini di procedure adottate sugli accertamenti risalenti all’anno 2016 e finalizzati alla classificazione dei rifiuti “ceneri pesanti e scorie” sequestrati dagli organi di polizia giudiziaria operanti su territorio di Venafro, Arpa intende precisare quanto segue. Nell’ambito di indagini poste in essere dai Carabinieri Forestali di Venafro furono fermati, in territorio sempre di Venafro, due automezzi con rimorchio trasportanti ceneri pesanti e scorie provenienti dallo stabilimento Herambiente di Pozzilli in esso prodotte e dirette, per fini di recupero, allo stabilimento Colacem di Sesto Campano. Arpa Molise, contattata dalla polizia giudiziaria operante, intervenne immediatamente a supporto di questa».
Quindi, «in particolare fu stabilito, su parere dell’Arpa, di procedere a sequestro degli automezzi e custodia degli stessi al fine di poter applicare il previsto protocollo di campionamento del materiale finalizzato alla verifica di pericolosità del rifiuto, ciò che fu prontamente effettuato dagli organi di polizia. Questa prima azione fu la base per la corretta applicazione di tutte le procedure di accertamento poi eseguite e consistenti in: campionamento delle ceneri previo scarico delle stesse in area protetta ed idonea allo scopo utilizzando mezzi e materiale idonei; formazione delle diverse aliquote nei modi di legge a tutela del diritto alla difesa e dell’attività dell’autorità giudiziaria; convocazione delle parti, compresa la polizia giudiziaria operante, regolarmente convenuta, all’apertura dei campioni e successive analisi; comunicazione degli esiti di analisi alla polizia giudiziaria».
Insomma, «tutte le attività sopra elencate furono effettuate con la redazione di specifici e precisi verbali sottoscritti, senza rilievo alcuno, dalle parti intervenute. Ad esito delle attività svolte e su richiesta della polizia giudiziaria (che, come è noto, non è un organo tecnico), fu aperta dalla Procura presso il Tribunale di Isernia un’indagine tesa a verificare, tra l’altro, la correttezza dell’esito di classificazione dei rifiuti fatta da Arpa Molise».
Pertanto, «il consulente incaricato dalla Procura procedette a recapitare le ulteriori aliquote campionarie, regolarmente conservate e campionate da Arpa Molise, così come procedette ad effettuare ulteriori campionamenti dal materiale ancora in sequestro ed in custodia presso lo stabilimento Smaltimenti Sud di Isernia. Ad esito di tali accertamenti fu confermata la classificazione dei rifiuti fatta da Arpa Molise ovvero di rifiuti non pericolosi quali “ceneri pesanti e scorie” codice Cer 190112».
Secondo Arpa, «i fatti qui raccontati dimostrano in modo oggettivo ed inequivocabile il corretto operato dell’Arpa nella vicenda richiamata dall’articolo del giornale, supportato e persino validato dagli esiti classificatori del rifiuto fatti dall’autorità giudiziaria, che, di fatto, ha archiviato la vicenda, come del resto viene chiaramente riportato anche nell’articolo stesso, sebbene il relativo titolo abbia fatto impropriamente intendere altro».

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