C’è stato ieri mattina il  colloquio di garanzia per rogatoria dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Larino Maria Paola Vezzi del 69enne imprenditore residente a Termoli Pietro Raffaele Valente, arrestato alle 5.30 di lunedì mattina dai militari del Ros e del Noe in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura capitolina per l’accusa di tentato riciclaggio del denaro che si sospetta sia il tesoro della famiglia Ciancimino.

Il confronto, alla presenza dell’avvocato Joe Mileti,  ha avuto luogo ieri mattina e proprio la posizione indiretta della Vezzi rispetto all’intera inchiesta ha affievolito di fatto la possibilità di un contradditorio di grande significato. Mileti si rivolgerà sia al gip romano che ha spiccato il mandato di cattura su Valente, sia al Riesame, per chiedere le revoca dell’ordinanza cautelare, poiché ritiene un vero e proprio abbaglio quanto sia stato inserito nell’impianto accusatorio dalla magistratura della capitale.

In passato sulla stessa vicenda ha indagato la Procura di Palermo e ritenne i passaggi ora incriminati senza rilievo penale. Insomma, un muro contro muro, che la difesa del 69enne intende portare dalla sua parte, anche dimostrando la presenza in Romania di Valente per affari diversi e non riconducibili a Ciancimino.

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