Se non cambieranno i termini dell’avviso pubblicato giovedì dall’Asrem per l’affidamento in convenzione delle 16 postazioni del 118 dislocate sul territorio regionale, le associazioni che attualmente le gestiscono si fermeranno a partire dal 1 gennaio 2023. O meglio, per essere precisi, dalle 23.59 del 31 dicembre prossimo. Si annuncia, quindi, un Capodanno coi botti.
In una nota indirizzata al presidente commissario Toma, all’azienda sanitaria, ai prefetti di Campobasso e Isernia, al presidente del Consiglio regionale e agli eletti di Palazzo D’Aimmo, al direttivo della Conferenza dei sindaci e a tutti gli amministratori dei 136 Comuni, le onlus comunicano il nuovo rischio stop e spiegano perché ritengono che l’avviso, e il regolamento approvato dall’attuale direttore Florenzano che sta a monte del bando, siano di fatto irricevibili. Come Primo Piano ha documentato in questi giorni, quelle condizioni – ufficializza ora la comunicazione ai vertici istituzionali – non risolvono le difficoltà finanziarie e gestionali denunciate in questi mesi né tengono indenne chi gestisce le postazioni dalle multe dell’Ispettorato perché serviranno comunque ancora troppi volontari per coprire i turni.
L’attuale impianto del servizio, ricordano le onlus, vent’anni fa era l’unico possibile ma poi non si è fatto nulla per metterlo in regola, «per dare maggiore stabilità al servizio stesso e dignità al settore». Fino al 2019, «anno di pubblicazione dell’avviso pubblico dell’allora direzione Asrem, fatto nell’intento di rivisitare e allineare l’organizzazione del servizio alle sopraggiunte modifiche normative, principalmente la riforma del Terzo Settore. Le organizzazioni parteciparono alla selezione la cui graduatoria di merito non è nota e non sappiamo nemmeno se è mai stata fatta e, in sincerità, si fatica a ricordare se detta selezione è stata formalmente revocata», prosegue la nota.
L’avviso di Florenzano riconosce l’assunzione di un soccorritore per ogni mezzo. Quello dell’ex direttore Sosto, risalente al 2019, «rapportato al parametro orario, consentiva l’opportunità di assumere fino a quattro unità per postazione». L’avviso di questi giorni, mettono nero su bianco le onlus, «non considera che il Codice del Terzo Settore offre la condizione di avere da parte delle organizzazioni fino al 30% del personale assunto, non rispetto al servizio che si espleta, bensì rispetto al numero dei volontari», in termini operativi consente di stabilizzare solo il 5% del personale e non va «nelle direzioni attuate in altre Regioni, in cui nel pieno rispetto delle norme si è scelto di intraprendere quadri convenzionali sostenibili di garanzia degli operatori e delle associazioni». Quindi, la denuncia: «Il ricorrere negli anni ad un servizio basato esclusivamente sul volontariato ha consentito di risparmiare miliardi di vecchie lire e milioni di euro ed è un’unicità tutta molisana, in quanto in altre Regioni il volontariato si integra a ben altra principale strutturazione che ha il servizio. Non vogliamo nessun favore, non chiediamo alcuna deroga alle norme, bensì chiedevamo e chiediamo attenzione verso un settore portato al tracollo e che per 22 anni ha garantito, nonostante le difficoltà, il regolare svolgimento del servizio di emergenza». Seguono le firme di tutte le associazioni tranne quella della Croce Rossa (la mancata firma in questo caso è legata a vincoli nazionali).
r.i.

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