Il rettore dell’Università degli studi del Molise Luca Brunese è diventato componente del comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità. La nomina è avvenuta con decreto del ministro della Salute Orazio Schillaci.
Ordinario di Diagnostica per immagini e Radioterapia della facoltà di Medicina di contrada Tappino, numero uno dell’ateneo molisano dal 2019, Brunese è stato designato all’Iss dal ministero delle Imprese e del made in Italy. È, dunque, fra i dieci esperti di alta, riconosciuta e documentata professionalità nelle materie che rientrano nell’ambito delle attribuzioni dell’Istituto, in sostituzione proprio di Schillaci (che prima di assumere la carica di ministro era rettore di Tor Vergata ed è ordinario di Medicina nucleare). Il Comitato, che resta in carica quattro anni, affianca il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro.
Un incarico di sicuro prestigio per il rettore dell’Unimol, ma non solo. Complice il Covid, il ruolo dell’Istituto superiore di sanità è molto più noto. Molto più conosciuta è la sua valenza non solo accademica ma operativa. L’Iss è infatti il principale centro di ricerca, controllo e consulenza tecnico-scientifica in materia di sanità pubblica in Italia. Al fianco del ministero della Salute, delle Regioni e dell’intero Ssn, le sue strutture – si legge sul portale internet – orientano le politiche sanitarie sulla base di evidenze scientifiche: dalla prevenzione e promozione della salute fino al contrasto al cancro e alle malattie croniche e neurodegenerative, dall’autismo, alle malattie rare, da quelle infettive fino alle dipendenze patologiche.
La prima riunione, per Brunese che succede al ministro Schillaci nell’organismo, è fissata per il 25 gennaio. A Primo Piano, il rettore consegna la sua soddisfazione per una nomina che ritiene anche molto aderente alla sua professione “originaria”, maturata appunto nello stesso campo di Schillaci.
«Penso che l’interesse per il mio profilo sia attinente anche alle competenze nel mio settore, quello della diagnostica per immagini», commenta. Una disciplina di cui la pandemia ha dimostrato l’estrema importanza e anche «in grandissima espansione, forse quella in cui l’intelligenza artificiale oggi – conclude Brunese – si applica meglio».

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