Undici milioni di euro, tanto è costato all’Asrem il caro bollette nel 2022. Questa la cifra (precisamente 10,8 milioni) riportata nella relazione che accompagna il consuntivo per le “utenze elettricità” (3,5 milioni in più del 2021). È salita in generale la spesa per l’acquisto di tutti i “servizi non sanitari”: 64 milioni di euro, 9 in più rispetto all’anno precedente.
Più care le pulizie: 11,1 milioni di euro, l’aumento è di quasi 6 milioni. Stesso trend (+ 6 milioni) per i combustibili e carburanti (10,6 milioni).
Il documento contabile è stato pubblicato all’albo pretorio venerdì scorso ed è ora all’attenzione del collegio sindacale. L’esercizio, l’ultimo gestito dall’ex dg Florenzano, si è chiuso con una perdita di 61 milioni di euro (contro 54 dello scorso anno). Nonostante sia aumentata, invece, di 11,6 milioni la quota del fondo sanitario nazionale assegnata dalla Regione all’azienda di via Petrella (che ha ricevuto 525 milioni) e nonostante si sia registrato anche un sostanzioso incremento dei ricavi dalle prestazioni (8,6 milioni contro i 4,9 del 2021).
È lievitato, dunque, l’acquisto di beni sanitari e non. È leggermente sceso, al contrario, il conto per i servizi sanitari ma è salito quello per i servizi non sanitari.
L’assunzione di 145 Oss, 105 infermieri e 36 medici ha portato la spesa per il personale da 169 a 172,6 milioni.
Fra le altre voci inserite nella relazione sulla gestione, anche un milione per l’assistenza informatica.
Ancora una volta, leggendo la relazione, la colpa del disavanzo sembra essere del Covid. «In considerazione dello scenario correlato all’epidemia di Covid19, anche nel corso dell’anno 2022 l’Asrem ha disposto appropriate misure organizzative per far fronte alle esigenze emergenziali, compiendo uno sforzo rilevantissimo, in termini di personale e mezzi. Il contesto emergenziale, soprattutto con riferimento alla necessità di realizzare una compiuta azione di previsione e prevenzione, ha imposto – attesta il documento – la prosecuzione di iniziative di carattere straordinario ed urgente finalizzate soprattutto ad acquisire la disponibilità di personale, beni e servizi, individuando altresì idonee procedure amministrative di carattere informativo e di tempestivo intervento nell’ambito della definizione di un quadro di misure operative, anche strutturali, di carattere preparatorio per fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività. La gestione della pandemia ha notevolmente inciso sugli acquisti per i dispositivi di protezione, le assunzioni di personale oltreché i servizi non sanitari quali, ad esempio, la sanificazione, i trasporti, lo smaltimento rifiuti ed ha condizionato i volumi di attività, andando a pregiudicare in modo sensibile le risultanze economiche del bilancio aziendale. I finanziamenti straordinari assegnati per la copertura dei costi sostenuti per l’emergenza Covid hanno consentito solo una parziale copertura delle spese effettivamente sostenute, che hanno – dunque – impattato sull’utilizzo del Fondo ordinario».
I conti dell’azienda sanitaria sono argomento di strettissima attualità nel dibattito politico di inizio legislatura. Sta andando avanti, infatti, la ricognizione avviata dalla struttura commissariale (in particolare dal sub Marco Bonamico) e concordata con il neo governatore Francesco Roberti sulla situazione finanziaria e più in generale sull’assetto organizzativo di via Petrella: appalti, forniture e personale. Sono, inoltre, confermate le voci su un imminente o comunque prossimo commissariamento dell’azienda.
r.i.

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