Ristrutturare e razionalizzare i servizi di trasporto pubblico locale su gomma, efficientare e mettere in sicurezza la rete stradale, completare la metropolitana leggera e definirne direttrici e funzioni, adeguare e migliorare l’intera rete ferroviaria anche riguardo alle stazioni, progettare e realizzare l’asse fra A1 e A14, integrare il ferro e la gomma come se ci fosse una metro regionale, completare gli interventi al porto di Termoli anche in vista della ciclovia Adriatica, finanziata dal Pnrr, e in generale integrando nella rete le piste ciclabili.
Sono queste le macro-priorità individuate dal piano regionale dei Trasporti approvato dalla giunta regionale a valle del percorso di confronto con amministrazioni locali, sindacati e rappresentanti delle organizzazioni datoriali. L’ultimo c’è stato la scorsa settimana, poi l’assessore Pallante ha portato all’attenzione della giunta presieduta da Toma il dossier ed è stato approvato.
La conferma dell’investimento concordato dal governo Frattura con Rfi era scontata, anche se rappresenta uno spunto, se non altro di polemiche che ogni volta si riaprono sull’opera. Si tratta di un intervento del valore di circa 23 milioni di euro per un collegamento ferroviario da Matrice e Bojano, «con un avanzamento fisico-economico pari al 92%. Tutti gli interventi sono stati attivati e completati ad eccezione delle opere di potenziamento delle stazioni di Vinchiaturo e Baranello che saranno realizzate entro il 2022 nell’ambito di altro progetto di investimento», si legge nell’allegato al piano che dettaglia il sistema di trasporto collettivo. Riguardo alla città di Campobasso, il documento segnala la criticità – con l’aumento di traffico che conseguirebbe all’entrata in esercizio della metro leggera – dei tre passaggi a livello presenti in ambito urbano a Campobasso. Per eliminarli servono 24 milioni, 8 milioni ciascuno. E Rfi, si legge nel piano può contribuire solo con 671mila euro per ogni passaggio a livello. Il grosso, dunque, sarebbe a carico di Comune e Regione, fra i quali «è in fase di finalizzazione un protocollo d’intesa» per «la realizzazione ed il finanziamento degli interventi».
Un documento imponente, il piano trasporti varato da Palazzo Vitale. Che, ad esempio, ribadisce la necessità della gara per affidare la gestione unica del Tpl. E con numerosi allegati tutti da spulciare. Per esempio, c’è quello relativo all’aviosuperficie a San Giuliano del Sannio e alla costituzione della società consortile per azioni “Aviomolise”.
Quanto agli interventi più immediati, la relazione al piano indica anche le prime fonti di finanziamento, con la precisazione che non sono esaustive. Per il rinnovo degli autobus extraurbani ci sono a disposizione 21,5 milioni del Pnrr per il rinnovo degli autobus extraurbani (a metano) e appena 6,75 per i nuovi treni (elettrici o a idrogeno): troppo poco per un parco mezzi che lo stesso piano definisce «tra i più obsoleti di Italia». Come pure il documento non eista a rilevare la «scarsa qualità», percepita dai pendolari, «dei servizi su gomma». Per la ciclovia adriatica, che interessa più regioni, ci sono 74 milioni. Sessanta milioni per elettrificare la rete ferroviaria fino a Campobasso, ma va detto che sul cronoprogramma che prevedeva l’attivazione del tratto Roccaravindola a Isernia nel 2021 siamo già in ritardo, 22,5 per velocizzare la tratta Termoli-Lesina. Il piano considera anche gli interventi per la messa in sicurezza delle arterie stradali considerati strategici anche per via di «un’incidenza percentuale dei morti per incidenti stradali superiori alle media nazionale». Tra questi, il collegamento dal Tirreno all’Adriatico, per il quale il Cipess ha autorizzato i primi 100 milioni a metà febbraio.
r.i.

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