Il 1 dicembre 2005, sulla prima pagina di questo giornale – era la prima del suo nuovo corso – campeggiava l’auspicio dell’allora assessore regionale ai Trasporti Antonio Chieffo: l’augurio che non ci fossero più guasti e ritardi per il sistema ferroviario molisano.
Quindici anni dopo, tutto come allora. Ma il ritorno della littorina sulla tratta che da Campobasso va alla costa potrebbe avere le ore contate. Perché la corsa in treno «ha ragione di esistere se arriva in tempo utile», sintetizza l’attuale titolare dei Trasporti Quintino Pallante che per giovedì alle 10.30 ha convocato a Campobasso Rfi e Trenitalia, i responsabili dell’area che ha competenza anche sul Molise Del Vasto e Diamantini. Alla riunione ci sarà anche il presidente della giunta e i dirigenti. Sarà un incontro dirimente.
La riattivazione del percorso, non è un caso che se ne sia parlato come tratta turistica, è stata voluta dal governo regionale e presentata come un tassello della scommessa forte sul ferro. Alla conferenza stampa del governatore Toma e del neo assessore Pallante, però, è seguito un boomerang dolorosissimo. Come domenica, anche ieri tutte le quattro corse hanno accumulato ritardi impossibili, impossibili pure per chi fosse in vacanza per tutta la vita, figuriamoci per un pendolare che viaggia per lavoro o studio. O per prendere una coincidenza a Termoli. Il primo treno, partito ieri mattina alle 6 da Campobasso, è arrivato in riva all’Adriatico alle 9.04 (ora di arrivo 7.50). Alle 6.22 (con già dieci minuti di ritardo) si è avviato il primo convoglio da Termoli, si è fermato nella stazione del capoluogo di regione alle 9.42: un’ora e mezza oltre il previsto. Invece che alle 13.57, invece, è arrivato alle 15.05 anche il secondo treno proveniente da Termoli.
Titolare dei Trasporti da qualche settimana, l’estate di Pallante si è arroventata subito e indipendentemente dalle condizioni del meteo. Ieri mattina, l’apoteosi. Una conferenza di servizi e un mare di telefonate. L’assessore non nasconde che la scelta di fondo di riaprire la bellissima, ma amarissima a questo punto, tratta verso il mare potrebbe essere rivista. «Naturalmente valuteremo tutti i passaggi insieme al governatore e dobbiamo completare le verifiche sui motivi dei ritardi che si sono accumulati. Giovedì avvieremo la discussione dal nuovo contratto che, a partire dalla metropolitana leggera, prevedeva una serie di azioni sulla rete e il trasporto ferroviario», dice a Primo Piano. I problemi registrati in questi giorni, mette in chiaro, «vanno risolti in tempi brevi. Chiediamo scusa ai viaggiatori, pur non essendo responsabili dei disguidi e dei disservizi. Naturalmente stiamo verificando eventuali addebiti contrattuali e il rimborso di chi ha pagato il biglietto», aggiunge.
Sembra che il problema principale sia una poco efficace interazione fra la rete e i convogli: se i segnali non arrivano o arrivano in ritardo, il treno automaticamente va in modalità di sicurezza, quindi si ferma o rallenta. Le squadre sono al lavoro e non è semplice venire a capo della vicenda in maniera oggettiva: per quanto facciano parte dello stesso gruppo, Ferrovie dello Stato, Rfi e Trenitalia spesso rinviano l’una alle responsabilità dell’altra società. Di certo, i convogli rimessi sui binari per Termoli sono i ‘cari vecchi’ Aln, ma non è detto che questo sia da ostacolo a una percorrenza che non sia da fine ‘800. Anche perché con il nuovo anno scolastico, le cose delle 6 (da Termoli e da Campobasso) erano pensate come alternativa all’autobus per gli studenti di Casacalenda, Larino e dell’hinterland. I tempi preventivati, un’ora e 50, giustificano una levataccia. Ma non certo l’arrivo a destinazione mentre è in corso la terza ora di lezione. «La linea ferroviaria da e per Termoli ha motivo di esistere se il treno arriva in tempo utile», ribadisce Pallante. Altrimenti, la previsione è facile, si tornerà al servizio sostitutivo su gomma.
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