“Noi abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare. C’è un problema relativo ai terminali delle banche che non dipende dalle nostre volontà. Speriamo che la situazione possa sbloccarsi quanto prima. Non posso dire nient’altro, siamo anche noi in attesa”.  Dall’altro capo del telefono c’è Ferruccio Capone, che però non vuole rilasciare dichiarazioni ufficiali anche se spiega la propria versione dei fatti e motiva perché la società del Campobasso non abbia ancora comunicato se la scadenza Covisoc sia stata rispettata o meno. 
Il Lupo, a detta del massimo rappresentante, avrebbe soddisfatto ogni adempimento. Ma c’è un ostacolo a livello bancario che preoccupa. In altre parole la famiglia Capone avrebbe a proprio dire bonificato alla banca di riferimento i soldi necessari a effettuare il pagamento dei contributi, ma proprio dalla filiale questa somma non sarebbe partita seppur depositata in tempo utile. In queste ore i dirigenti del Campobasso stanno discutendo proprio per i vertici della banca per sistemare la documentazione che attesti come il tutto sia avvenuto nei termini.  Fin quando non ci sarà l’ufficialità, però, il Campobasso resterà in silenzio.  I rischi, del resto, sono ormai noti a tutti. Il Campobasso è in bilico su un pericoloso burrone. Prima di terminare la telefonata, Capone ha anche fatto sapere che ha trovato nel governatore Michele Iorio e nel presidente della provincia Rosario De Matteis due interlocutori pronti ad aiutare la causa rossoblù. La Regione avrebbe anticipato metà del contributo annuale stabilito dalla legge 7 del 2001, per il resto tutte le porte in città, sia a livello di istituzioni che di imprenditori, sarebbero state trovate chiuse. Una vicenda in cui l’ambiente spera possa essere fatta luce quanto prima. 

 

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