CAMPOBASSO. Campanello d’allarme? Codice rosso? No, non esageriamo e cerchiamo tutti di mantenere obiettività ed equilibrio. Partendo da un assunto: il covid ci ha messo purtroppo lo zampino e il Campobasso non è quello di inizio campionato. A dirlo è stato lo stesso Mirko Cudini che a fine partita ha confessato: «Dopo la ripartenza abbiamo ritrovato un’altra squadra rispetto all’inizio, tranne che nella prima partita. Il campionato quest’anno è talmente variabile e strano che ci può stare anche questo». Parole inequivocabili pronunciate da chi sa vita, morte e miracoli della squadra e quindi bisogna darle per ‘cassazione’. Al di là della condizione più o meno brillante, sembra venuta meno qualche sicurezza a favore di alcuni balbettii di troppo. Gli stessi che si notavano, qua e là, lo scorso anno con l’incubo delle rimonte subite. Un episodio non può essere considerato una prova ma gli indizi si sommano, se si vanno a vedere singolarmente i match di dicembre e l’ultimo di gennaio. C’è un dato che merita attenzione: nelle prime cinque giornate si era subito soltanto un gol, per giunta su rigore, a Castelfidardo. Nelle ultime quattro l’ex difesa bunker è stata bucata in sette circostanze, e in particolare sono state incassate due reti a domenica contro Castelnuovo, Vastogirardi e Vastese. Che meritano tutte rispetto ma non posseggono certo attacchi atomici. Anche su questo punto si è espresso il trainer, ammettendo che si tratta di «un dato oggettivo, è la verità. Dobbiamo migliorare, sei gol al passivo sono tanti nelle ultime tre partite, c’è da lavorare e fare mea culpa». Allo stesso tempo, però, la filosofia non cambia: «L’obiettivo è farne sempre uno in più degli altri per portare a casa le partite. L’ho detto dopo le vittorie e lo ribadisco dopo un pareggio subito in pieno recupero: ci interessa vincere più che subire pochi gol. Poi se riusciamo a mantenere la porta inviolata è ancora meglio».
E veniamo alle cose che restano buone, molto buone. Il Lupo è primo, seppure assieme al Notaresco, ha nettamente il miglior attacco dall’alto delle 24 realizzazioni sfornate confermando di andare a rete con una media invidiabile, anche nelle giornate in cui riesce a tirare poco in porta. E questo è sintomo di salute, altro che. E il fatto che abbiano timbrato il cartellino due centrocampisti è una notizia ancora migliore: quando non sono in grande spolvero i due fuoriclasse, ci pensano gli altri a buttarla dentro. In questo caso Francesco Bontà, vicecapocannoniere a quota sei gol alle spalle di Cogliati e appena sopra Esposito, e Kevin Candellori, uno che risponde presente quasi sempre. Diciamola tutta fino in fondo: se si fosse portata a casa la vittoria le critiche – sempre costruttive – sarebbero state meno marcate. Ma nel calcio i risultati comandano.

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