“Ecco cosa vuol dire tagliare la cultura. La biblioteca Albino sta lentamente morendo nell’indifferenza generale della politica”. E’ l’ultimo grido d’allarme apparso sulla pagina Facebook creata appositamente per tenere alta l’attenzione sulla struttura di via D’Amato. Di fianco al post, gli orari – molto contingentati – della biblioteca, aperta di mattina dal lunedì al venerdì, ma chiusa in pratica tutti i pomeriggi ad eccezione di lunedì e mercoledì dalle 15 e 30 alle 18 e 30. I primi a risentirne saranno gli studenti che ad esempio, se volessero rivolgersi all’Albino per qualche ricerca scolastica, potrebbero farlo solo un paio di pomeriggi a settimana. Amen.

E’ la prima conseguenza dello stallo in cui è finita la vertenza sulla biblioteca e sui quindici dipendenti delle due cooperative (Altrimedia e Copat), licenziati dopo quattordici anni di servizio a causa dei tagli e del caos che si è determinato per il riordino delle Province in base alla riforma Delrio, che mette a repentaglio un patrimonio storico e culturale.

Una piccola svolta, però, potrebbe arrivare nel giro di pochi giorni: la Regione, come riferisce Franco Spina (Cgil), è pronta a dare il via libera alla delibera che accoglie le richieste e le obiezioni avanzate dalla Provincia di Campobasso sulla prima ‘bozza’ esaminata venerdì scorso in un incontro a Palazzo Vitale, alla presenza dei dirigenti preposti e dei sindacati. Il nuovo documento, che sarà proposto dal dirigente regionale Angelo Frantangelo nella prossima riunione di giunta, garantirà per un paio di mesi il servizio completo grazie ai 40mila euro che la Regione ha stanziato a favore dell’ente di via Roma per la sopravvivenza della biblioteca. I primi effetti positivi saranno per i lavoratori perché sarà possibile riassumere i quindici dipendenti delle cooperative.

“Nell’arco di una settimana sarà garantita l’attività lavorativa e ripristinata la piena funzionalità della biblioteca Albino”, sottolinea Franco Spina. “Già con i 40mila euro concessi dalla Regione alla Provincia di Campobasso a quindici famiglie sarà garantito lo stipendio e quindi sarà possibile mantenere gli impegni assunti. Al tempo stesso, anche i vertici di Palazzo Magno si erano impegnati a stanziare altri 50mila euro. Si aprono, dunque, spiragli positivi per la continuità della biblioteca provinciale”. Del resto, rincara la dose l’esponente della Cgil, “una situazione del genere è inverosimile: non si può smantellare un servizio serio e funzionale come quello offerto dall’Albino”.

La partita, però, resta aperta: “Per mantenere viva la speranza bisognerà lavorare in questi mesi per capire quale sarà la ridistribuzione delle deleghe delle Province dopo la loro soppressione e quindi chi gestirà la cultura”.

Del resto, proprio il cosiddetto riordino stabilito dalla riforma Delrio ha favorito il caos, generato paure e incertezze e mettendo in pericolo l’esistenza di tutte le strutture e i servizi culturali fino ad oggi di competenza delle Province. Dal 1 gennaio 2015, infatti, la loro gestione viene rimandata ad altri enti – Regioni e Comuni in primis – che sono chiamati a finanziarli, occuparsi delle loro attività e prendersi carico del personale.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.