Il cancro si combatte anche con l’informazione: quattro tumori su dieci, infatti, sono prevedibili e prevenibili. È sicuramente necessario lavorare di più sulla prevenzione e per farlo serve un’informazione più incisiva. La Fondazione “Giovanni Paolo II” ha puntato molto sulla formazione, anche sul territorio. Per questo è stato organizzato, in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Antonio di Padova e l’associazione “Amici della Cattolica”, il convegno dal titolo “Prevenzione e nuovi approcci terapeutici contro i tumori” in programma mercoledì 13 dicembre alle 18.45 presso la Sala Frate Sole della Chiesa di Sant’Antonio di Padova a Campobasso (in via Duca degli Abruzzi).
Dopo l’introduzione del direttore generale della Fondazione Mario Zappia, relazionerà Carmelo Pozzo, neo direttore dell’Unità di Oncologia, mentre Padre Giancarlo Li Quadri Cassini, parroco e docente di Teologia, parlerà di “etica e spiritualità della salute”.
L’informazione è anche il canale da percorrere per aumentare le conoscenze sull’importanza della ricerca e sul valore che ha il contributo di ogni singola persona. È fondamentale che la ricerca oncologica continui, su tutti i tipi di tumori, per migliorare la vita di milioni di malati.
Negli ultimi anni sono stati compiuti passi da gigante nel campo della cura dei tumori. Oggi, anche quando non è possibile arrivare alla guarigione, si riesce comunque in molti casi a cronicizzare la malattia, con pazienti che possono condurre una vita normale per diversi anni. E questo riguarda tutte le principali forme tumorali, a partire dal seno, in cui ormai anche l’azione contro i carcinomi metastatici offre grandi risultati, del polmone e del colon retto che resta il più diffuso sia negli uomini sia per le donne.
Tra le novità più importanti ci sono certamente quelle relative al tumore del polmone, dove con l’immunoterapia si ottengono risultati fino a pochi anni fa impensabili. I dati presentati nell’ultimo congresso Esmo 2017 riguardano sia i pazienti con un tumore localmente avanzato, sia quelli con un carcinoma metastatico. Purtroppo ancora oggi meno del 20% dei pazienti con cancro al polmone è vivo dopo cinque anni dalla diagnosi: questo il motivo dell’entusiasmo verso gli esiti delle nuove sperimentazioni.
Considerata l’estensione degli obiettivi strategici legati alla promozione della salute, è facile comprendere come essi fondino la propria riuscita su collaborazioni, competenze e ambiti operativi tra loro diversi. Un reale coinvolgimento dei cittadini, della comunità, della popolazione in generale, deve basarsi su un input che, partendo dalla sanità, punti ad un’integrazione tra persone, gruppi, istituzioni e organizzazioni volta al raggiungimento dell’obiettivo salute.
Il concetto di salute coinvolge parametri ambientali, sociali ed etico-valoriali. Ne consegue – sottolineano dalla Fondazione Giovanni Paolo II – che la relazione tra gli attori del Sistema Salute e le persone diventa una componente rilevante e caratterizzante della stessa vita quotidiana dei cittadini. È necessario favorire un processo di democratizzazione dell’informazione scientifico-sanitaria che si definisce empowerment, cioè la consapevole partecipazione della gente alla conoscenza e all’utilizzo dei determinanti della salute. Un dialogo attento e corretto tra il sistema e la persona attraverso il quale si possa trasmettere non solo informazione ma anche cultura.

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