Un sit-in per risolvere la cosa con il dialogo e il confronto. Ma se il tentativo non andrà a buon fine i giovani ‘camici bianchi’ che frequentano il corso di formazione specifico in Medicina generale sono pronti ad adire le vie legali.
Da cinque mesi, hanno spiegato ieri mattina durante l’iniziativa che si è tenuta in via Nazario Sauro (cui hanno partecipato con cerotti sulla bocca e cartelli di protesta), non ricevono la borsa di studio da parte della Regione, i fondi sono ministeriali e vincolati.
Non li convincono le spiegazioni del ritardo fondate su motivi burocratici perché confrontandosi con i loro colleghi di altre regioni scoprono che la situazione non è la stessa.
«Per loro l’erogazione di queste borse – ha detto Alessio Colalillo (Snami Molise) – è sistematica, precisa ogni fine mese». Si tratta di circa mille euro lordi e la frequenza del corso non permette di svolgere attività libero professionale. I fuori sede sono i più sfortunati perché hanno spese maggiori e da cinque mesi non hanno l’entrata prevista per loro.
«Stanno svilendo la nostra professione – ancora le parole di Colalillo – e danneggiando il futuro di tanti giovani medici che hanno deciso di formarsi all’interno della nostra regione. Questo ritardo produce un grandissimo disagio economico, la borsa è l’unico sostentamento, non possiamo fare altra attività rispetto a questa che ci occupa sostanzialmente full time».
L’interlocutore è, quindi, la Regione e in particolare il direttore generale della Salute Lolita gallo e la dottoressa Giovannina Magnifico. «Se le cose non si sbloccano saremo costretti a intraprendere le vie legali – ha concluso Alessio Colalillo – per esempio con una messa in mora».

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