Nessun legame con le cosche malavitose, né tantomeno un tentativo di corruzione ed estorsione. È tornato in libertà Riccardo Di Palma, legale rappresentante della Molisana Trasporti, coinvolto lo scorso 13 luglio nell’operazione ‘Via col vento’ condotta dell’Arma dei Carabinieri su disposizione della Direzione distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Gli inquirenti hanno accertato «la sistematica infiltrazione delle cosche calabresi nei lavori necessari alla realizzazione dei parchi eolici nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Nel corso delle indagini sono stati documentati numerosi episodi estorsivi in danno delle aziende committenti, perfezionati grazie all’apporto di imprese colluse con le compagini mafiose egemoni sulle aree in cui sono state realizzate le opere». Un ‘sistema’ di cui però non faceva parte Riccardo Di Palma: sono state infatti annullate le ordinanze cautelari, sia personale degli arresti domiciliari a carico dell’imprenditore molisano, che reale del sequestro preventivo dell’azienda La Molisana Trasporti dove erano stati nominati due amministratori giudiziali. Le ordinanze emesse prima dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda il quale poi per competenza territoriale ha inviato gli atti a Catanzaro dove la Dda ed il gip hanno confermato le ordinanze. Gli avvocati Gianni Spina e Giuseppe Mileti hanno impugnato le due ordinanze e lunedì il tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato entrambe le ordinanze disponendo l’immediata liberazione di Riccardo Di Palma ed il dissequestro dell’azienda restituendola all’amministratore. Gli avvocati Spina e Mileti sono pienamente soddisfatti per aver visto accogliere in pieno le proprie difese e restituito al territorio molisano un’azienda che lo rappresenta.
«Una vittoria su tutti i fronti – ha commentato l’avvocato Gianni Spina – soprattutto per l’azienda a cui erano stati posti i sigilli e che dunque ha subito danni enormi, sia che economici che di immagine. Una società pulita che opera nel settore da oltre 25 anni e rappresenta un fiore all’occhiello per la regione e che, sfortunatamente, è incappata solo in un grosso equivoco. Tanto che in tempi record, in circa due settimane, il tribunale di Catanzaro ha fatto piena luce sulla vicenda, accogliendo la nostra tesi difensiva. I presupposti dell’accusa erano carenti, il nostro cliente non ha mai avuto nessun rapporto con la ‘ndrangheta, né tantomeno ha mai dettato le condizioni in un mercato monopolista come quello dell’eolico».

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