La notizia della razionalizzazione degli uffici territoriali da parte del ministero degli Interni, che porterebbe a un ‘declassamento’ della Questura di Campobasso in ultima fascia, sta smuovendo tutte le istituzioni molisane.
«La conquista dell’autonomia regionale nel 1963 non volle dire solo la creazione dell’ente Regione in Molise, ma significò l’intensificazione della presenza degli organi dello Stato sul territorio. Furono create direzioni, dipartimenti; furono rafforzate le strutture prefettizie, ma anche di polizia o delle altre forze dell’ordine per renderle consone ad una realtà regionale autonoma, a un capoluogo di regione, Campobasso, e di Provincia, Isernia. Queste conquiste sono state messe in discussione più volte negli ultimi anni da ipotesi di ridimensionamento, razionalizzazione, riorganizzazione di vari apparati dei Ministeri. Pare essere ora la volta della Questura di Campobasso», ha affermato il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone.
I dati che sono stati utilizzati per questa riorganizzazione sono la popolazione, la densità demografica, l’incidenza di reati di particolare gravità. Dunque, pochi crimini corrispondono a una provincia tranquilla.
«Legittima certamente la volontà di organizzare le risorse umane e strutturali sul territorio nazionale – ha proseguito Micone -, ma per tale finalità non si può e non si deve mortificare territori come il nostro, sguarnendoli della presenza più rappresentativa e sentita dello Stato: le forze dell’ordine, nel caso della Polizia di Stato.
Il Molise – ha continuato -, ce lo diciamo e ce lo dicono anche tutti i rapporti sulla sicurezza, essendo terra di confine con realtà ad alto indice di criminalità organizzata, è sempre a rischio infiltrazione; ridurre la presenza delle Forze dell’Ordine, e segnatamente della Polizia, per qualsiasi motivazione logistica o organizzativa nazionale, significa come minimo aumentare questo rischio. Non secondaria l’inevitabile ricaduta in termini occupazionali che la riduzione di ogni struttura sul territorio presenta.
Come Consiglio regionale – ha concluso Micone – saremo molto vigili su questi processi e qualora essi dovessero concretizzarsi, saremo pronti a svolgere pienamente e senza indugio il nostro ruolo istituzionale di massima rappresentanza politica di questa terra, consapevoli che la sicurezza rappresenta un bene prezioso e irrinunciabile di una comunità».

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