La Regione utilizzerà tutti i canali a disposizione per velocizzare l’incontro al Mise, per il quale si è ancora in attesa di convocazione. È uno dei pochi impegni emersi all’esito del vertice che si è svolto ieri mattina a Palazzo Vitale sulla vertenza Gam.
All’assemblea del 26 agosto scorso a Bojano, rassicurazioni su una rapida programmazione del confronto con Avicola Vicentina a Roma erano arrivate dalla segretaria della Cgil Abruzzo Molise Rita Innocenzi e dai parlamentari presenti. L’ipotesi era che si potesse calendarizzare la riunione entro le prime due settimane di settembre. Ma la crisi di governo ha allungato i tempi.
La Regione, inoltre, si è impegnata ad attivare la procedura di profilazione dei dipendenti dell’azienda di Bojano a partire da lunedì 9 settembre. Profilazione utile a capire per ognuno dei lavoratori quale sia la misura più idonea: accompagnamento alla pensione, ricollocazione in questo o quel settore, autoimpiego. Le variabili che sono sul tavolo da tempo, previste dall’accordo firmato al Mise con il gruppo Amadori a fine febbraio 2018 e rimasto per larga parte disatteso: sia da parte del gruppo di Cesena che ha riaperto solo l’incubatoio sia da parte della Regione che si era impegnata a concretizzare un piano di politiche attive ad hoc per il bacino dei lavoratori coinvolti dal progetto di rilancio dell’avicolo.
Attorno al tavolo convocato da Donato Toma, oltre al governatore e all’assessore al Lavoro Luigi Mazzuto, ieri mattina si sono seduti i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil – fra gli altri Franco Spina e Paolo De Socio, Tecla Boccardo, Roberto D’Aloia e Raffaele Primiani, Giovanni Notaro, Raffaele De Simone e Maria Pallotta – e delle rsu, fra loro Giancarlo D’Ilio e Mauro Latessa.
La cassa integrazione per i circa 230 operai e impiegati non riassunti da Amadori (una trentina quelli ricollocati all’incubatoio) scade il 4 novembre. Entro il 4 ottobre, però, l’amministratore Berchicci dovrà inviare disdetta del contratto di fitto al liquidatore di Solagrital. L’ipotesi che gli ammortizzatori possano essere ancora prorogati, infatti, è remota.
Anche se la Cgil, con De Socio e Spina, a margine della riunione ha spiegato che uno spiraglio ci sarebbe. Certo occorrono due cose: che al ministero del Lavoro torni anche la rappresentanza politica piena (un ministro in carica e non per l’ordinario) e che Amadori confermi la prosecuzione dell’attività produttiva e un incremento occupazionale, anche solo per l’incubatoio. Alla ristrutturazione del macello ha invece rinunciato e nessuno conta più convincere l’azienda al passo indietro. Quanto meno però – chiede sempre la Cgil – i 40 milioni che sarebbero serviti a finanziare il rilancio del settore avicolo targato Amadori (o meglio il 40% di quell’investimento che in base alle intese era a carico di Ministero e Regione) dovrebbero essere bloccati e utilizzati comunque nell’area di crisi complessa. Area in cui il sostegno pubblico alle imprese può garantire che le aziende assumano coloro che in quella zona hanno perso il lavoro.
«Solleciteremo un incontro tecnico al Mise – conferma il governatore Toma – Per la cassa integrazione, i fondi ce li abbiamo. La prosecuzione è un problema di continuità aziendale, deriva dall’esito del tavolo al Mise e dalla disponibilità dell’amministratore Gam». Decisiva la riunione della task force a Roma, aggiunge. «Lì capiremo le intenzioni di Amadori. L’azienda informalmente mi ha detto che non è disponibile a riprendere il contratto di sviluppo però vuole incrementare la filiera bassa. Ma è tutto da discutere al tavolo con Regione e sindacati».
Dopo la riunione di via Genova, fra le maestranze è rimasta la tensione e l’amarezza. Domani mattina il prefetto di Campobasso riceverà una delegazione di lavoratori, che per l’occasione terranno un presidio in piazza Pepe.
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