Contava i giorni, le ore e i minuti e finalmente ieri, dopo cinque mesi, Michele ha ripreso a pieno ritmo la sua vita quotidiana. L’ascensore fuori servizio, che da luglio lo teneva ‘ostaggio’ della sua stessa casa, è stato finalmente collaudato. Subito dopo l’ok dell’ingegnere, un operaio è intervenuto nel primo pomeriggio. L’operazione di collaudo è durata per circa un’ora, dopodiché Michele è sceso subito in strada per una passeggiata, come era solito fare fino a qualche mese fa, insieme alla mamma e ad una sua amica.
Una storia a lieto fine, dunque, ma che è servita in qualche modo a lanciare un messaggio forte e diretto a chi dovrebbe garantire servizi in tempi rapidi. Perché ciò che per molti è un disservizio, per altri può rappresentare un grave limite nonché un diritto calpestato.

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