La battaglia prosegue, questa volta con un’intera giornata di sciopero. Restano in trincea gli autisti della Seac che martedì, 3 ottobre, spegneranno i motori dalle 00.01 fino alle 24, con garanzia del servizio in due fasce orarie: dalle 5.17 alle 8.17 e dalle 13 alle 16. Il personale degli uffici, invece, incrocerà le braccia per l’intera giornata di servizio. I sindacati di categoria Faisa- Cisal, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e Ugl dunque non mollano la presa: gli otto autisti a rischio licenziamento devono restare nell’organico dell’azienda che gestisce il trasporto pubblico in città. Questo non solo per tutelare i lavoratori e le loro famiglie (molte monoreddito) ma soprattutto per garantire un servizio essenziale all’utenza.
Contestualmente alla dichiarazione dello sciopero, la Filt- Cgil ha anche richiesto un incontro al sindaco Antonio Battista e all’assessore alla Mobilità Francesco De Bernardo «per conoscere i propositi ed i programmi di mobilità urbana, che il Comune di Campobasso vorrà assumere nei prossimi mesi per fugare ogni possibile eventualità di interruzione o ulteriori riduzioni dei Servizi attinenti il Trasporto pubblico della Città di Campobasso. La richiesta appare motivata dalla nota vicenda del licenziamento di lavoratori dipendenti della Impresa Seac, che attua l’esercizio del servizio di Trasporto Pubblico Urbano e per la imminenza della piena attuazione della Legge regionale numero 2/2017( Legge di Stabilità) e successive modificazioni, che ha previsto una decurtazione iniziale del 30%, poi ridotta al 10% per il solo anno 2017 ed infine, la sospensione del contributo regionale ed il conseguente costo del Servizio a totale carico dell’Ente gestore. Quanto sopra affermato, dovendo ritenere non affatto risolte le rilevanti questioni poste dalle suddette determinazioni regionali e permanendo integralmente i rischi del mancato finanziamento del Servizio di Trasporto Pubblico Urbano di Campobasso e di altri centri Urbani della regione e nella nostra consapevole responsabilità di tutelare gli interessi dei lavoratori dipendenti della Azienda Seac, per il concreto rischio, per loro, divedersi revocato il contratto di lavoro subordinato ed infine, nella piena attuazione del proprio mandato sociale di rappresentare anche l’utenza del Trasporto Pubblico Urbano, costituita generalmente da pensionati, studenti e lavoratori».
Ma i sindacati lanciano anche un altro Sos a Palazzo San Giorgio, chiedendo al Comune di intervenire alla riunione presso l’assessorato del Lavoro della Regione (di fatto, l’ultimo passaggio prima dei licenziamenti), in quanto «Ente appaltante ed erogatore delle compensazioni economiche». Una istanza dettata, dicono i sindacati, «dalla riduzione ingiustificata degli autisti paventata dalla Seac, dall’assenza della documentazione necessaria per valutare l’organico sufficiente allo svolgimento dei servizi e dalla impossibilità di svolgimento del servizio da parte dei 22 autisti rimanenti».
Insomma, la partita è ancora tutta da giocare e sia i lavoratori che i cittadini sperano di poter evitare l’ulteriore taglio del servizio che darebbe il colpo di grazia al trasporto locale. Già ora, come testimoniato dai numerosi cittadini che hanno preso parte alla protesta del 15 settembre, i bus in città sono ridotti al lumicino, e i maggiori disagi li patiscono gli studenti che vivono nelle contrade e gli anziani.
Problemi che il Comune, in particolare l’assessore De Bernardo, tenterà di risolvere in un altro incontro vis a vis con i rappresentanti della Seac che, secondo indiscrezioni trapelate da Palazzo San Giorgio, dovrebbe tenersi nei prossimi giorni. Forse l’ultimo tentativo per arrivare ad un compromesso e dare l’ok al piano di razionalizzazione del servizio prima del nuovo bando sul trasporto che l’amministrazione presenterà il 15 novembre.

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