Sono finite anche sulla stampa nazionale le dichiarazioni del comandante Alfa sul G8 di Genova che ieri mattina hanno ‘animato’, per usare un eufemismo, il corso organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Molise nell’aula magna della Facoltà di Giurisprudenza a Campobasso. In platea, oltre ai giornalisti, anche numerosi docenti e studenti universitari, a cui il celebre fondatore del Gis, il Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri, ha raccontato i suoi 40 anni «di sacrifici e impegno per servire lo Stato».
L’incidente diplomatico si è consumato a margine del convegno, quando è stato lasciato spazio alle domande dei presenti. «Ci parli degli scontri di Genova», ha chiesto qualcuno. «Carlo Giuliani è diventato un eroe – ha esordito il comandante – gli hanno persino intitolato aule e strade. Mentre il carabiniere che stava per essere ammazzato (Mario Placanica, il militare che ha sparato contro il ragazzo, ndr) ha dovuto lasciare l’Arma e tuttora ha problemi seri anche per colpa delle campagne mediatiche fatte contro di lui. Giuliani stava compiendo atti di violenza, se avesse manifestato democraticamente o fosse rimasto a casa non sarebbe morto».
Esternazioni che hanno provocato la dura reazione di parte di giornalisti e docenti. Frasi inaccettabili per il collega Giuseppe Pittà che ha ricordato al comandante che «in quei giorni si sia consumata una macelleria sociale in cui la democrazia è stata sospesa. Un giudizio – ha rimarcato – condiviso anche dai tribunali italiani e dalla Corte Europea dei diritti umani, quest’ultima ha infatti condannato l’Italia qualificando gli interventi dei 25 poliziotti come tortura». Ma il riferimento ai fatti della Diaz probabilmente non è stato ‘colto’ dal comandante che invece si è alzato in piedi invitando il giornalista ad abbandonare l’aula: «Si vergogni – ha gridato – lei non sa cosa dice, hanno distrutto una città». Poi rivolgendosi agli studenti ha detto: «Ragazzi non lo ascoltate». Un atteggiamento che ha infastidito molti giornalisti presenti che a quel punto hanno lasciato il convegno. Gli animi si sono placati dopo l’intervento di un docente che ha cercato di spiegare il senso delle dichiarazioni del giornalista. Il comandante ha poi parzialmente corretto il tiro: «Non ho giustificato le violenze, alla Diaz non ero presente – ha concluso – ma non accetto che si dica che la democrazia è stata sospesa dalle forze di polizia che hanno preso un sacco di legnate. Certo, è giusto che chi ha sbagliato debba pagare».

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