La città cambia volto e torna a ‘respirare’. Dopo l’abbattimento dell’ex rimessa Enel disposta dal sindaco Battista e avvenuto in tempi record, ieri pomeriggio il traffico veicolare nel centro cittadino è tornato alla normalità grazie alla riapertura delle strade che circondano la struttura e parte dell’anello che ruota attorno all’ex Romagnoli.
Le strade, infatti, erano state interdette nell’ultima settimana a causa del crollo avvenuto intorno alle 15.30 di sabato 26 gennaio quando il tetto del capannone è improvvisamente collassato su se stesso. Ieri il sindaco Antonio Battista e l’assessore alla mobilità Francesco De Bernardo hanno comunicato l’attesa riapertura al traffico e il ripristino del senso di marcia su viale Elena e via Albino. Ripristinato ieri anche il traffico veicolare e pedonale di via Gazzani, nel tratto che va da via Monsignor Bologna a via Herulanea e da via Herculanea a Viale Elena.
Ma il caso del crollo del capannone ha sollevato nuovi dubbi in merito della mobilità urbana di Campobasso, mettendone a nudo i limiti. Secondo Legambiente, infatti, da questa circostanza emerge che «una mobilità urbana schiacciata sulle auto private con una viabilità che si concentra su due soli assi viari non può reggere a un qualunque evento imprevisto. Una città in cui è lampante la mancanza di una viabilità di ‘circonvallazione’, che consenta gli spostamenti tra i diversi quartieri della città senza dover passare necessariamente per il centro. È questo il quadro che emerge dopo la chiusura di alcuni tratti stradali a Campobasso che hanno mandato in tilt la mobilità cittadina, creato fenomeni di congestione, di concentrazione delle emissioni, e di rischio per la sicurezza personale soprattutto in aree con forte densità di persone (come nell’intorno di scuole, licei, università, residenze, centri sportivi). Le motivazioni di questa situazione di caos sono sotto gli occhi di tutti. Negli anni le amministrazioni che si sono susseguite non hanno avuto il coraggio di puntare su una mobilità diversa per la città, proponendo un’offerta di qualità che potesse attrarre utenti togliendo spazio all’uso dell’auto privata per gli spostamenti urbani e periurbani. Al contrario si è assistito al taglio delle corse dei bus urbani che ha contribuito a congestionare il traffico cittadino.
Le soluzioni da attuare nel medio periodo non possono certamente venire da un’apertura del corso cittadino come da più parti richiesto.
Occorre invece puntare con decisione a favorire la mobilità alternativa agendo su più fronti: favorendo ed incentivando l’utilizzo da parte dei cittadini e di coloro che entrano in città, dei mezzi di trasporto pubblico con la creazione di corsie e percorsi preferenziali; potenziando la mobilità su rotaia valorizzando gli investimenti che si stanno compiendo sulla metropolitana leggera sia per collegare i comuni del Molise centrale a Campobasso e Isernia che per gli spostamenti interni alla città di Campobasso; favorendo l’utilizzo di mezzi di spostamento ‘leggeri’ (bicicletta, e-bike, ciclomotori); ancora, potenziando le aree di parcheggio a ridosso del centro e creando dei servizi navetta.
Negli anni la città – aggiunge Legambiente – si è dotata di grandi aree di sosta a margine del perimetro urbano come il parcheggio dello stadio in contrada Selvapiana, la spianata sotto il colle di San Giovannello, o il parcheggio sottoutilizzato in zona Fontananuova. Si tratta di superfici strategiche utilizzabili come parcheggi di scambio, se solo fossero dotate di servizi di trasporto pubblico verso il centro città. Similmente si potrebbe fare con la metropolitana leggera, a patto che le fermate vengano dotate di servizi integrati per la mobilità e di percorsi pedonali sicuri da integrarsi nel progetto, per evitare il ripetersi del triste esodo quotidiano dei pendolari in uscita dal Terminal Bus.
Infine, rimarchiamo che la soluzione ai problemi della mobilità non può avere soluzioni puntuali, servono invece approcci strategici di rete, tanto territoriale quanto istituzionale. Per affrontare l’emergenza – conclude il Circolo Legambiente di Campobasso – chiediamo al Comune e alla Regione di pianificare itinerari di collegamento tra i punti di interesse, coinvolgendo i gestori dei servizi pubblici di trasporto, la SEAC, ma anche Trenitalia, la SATI, l’ATM e gli altri titolari di servizi di linea, e di garantire un potenziamento delle corse, venendo anche incontro ad una domanda diffusa per le migliaia di pendolari che arrivano ogni giorno in città».
Intanto, dopo la buona notizia di ieri, i commercianti ed i residenti di via Cardarelli, via Isernia e via Larino tornano alla carica per chiedere all’amministrazione di intervenire al più presto su un’altra struttura a rischio crollo: il teatro Ariston di Campobasso. «Benissimo l’abbattimento del capannone in via Gazzani – commentano – ora si favorisca lo sviluppo dell’intero centro cittadino. Noi non siamo cittadini di serie B!Sono già troppi anni che siamo stati abbandonati al nostro destino. Chiediamo ancora una volta alla dirigente del settore urbanistica Giovanna Iannelli, al direttore generale Iacobucci, all’assessore Chierchia ed al sindaco Battista di permettere immediatamente l’abbattimento e la realizzazione del progetto sul vecchio cinema teatro Ariston. Che dimostrino lo stesso coraggio mostrato nel’emanazione dell’ordinanza di abbattimento del capannone (tra l’altro si precisa che mentre sul capannone insisteva un vincolo della soprintendenza, sull’ex cinema non vi è nessun vincolo di nessun genere). In caso contrario – concludono – non escludiamo azioni eclatanti contro chi decreterà la nostra fine!»

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