36 ore da incubo, forse di più, quelle vissute dal pomeriggio di mercoledì a Termoli. Il prolungamento imprevisto dei lavori di manutenzione al potabilizzatore del Liscione ha costretto Molise Acque a più che raddoppiare il tempo di mancata erogazione del flusso idrico ai nove comuni serviti da quella condotta e ha determinato l’esaurimento delle scorte da parte della Crea gestioni srl. Abitato in crisi, attività ferme, poiché anche le cisterne private a un certo punto si sono svuotate e quel che è peggio è arrivata l’ordinanza in serata, sempre mercoledì, che ha inibito l’uso dell’acqua ai fini alimentari e d’igiene, poiché non era più sicuro che la rete fosse immune da sostanze potenzialmente pericolose capaci di liberarsi in assenza del flusso in pressione. Parliamo di incubo perché, come al solito, l’estensione e la complessità di Termoli la rendono impreparata a eventi di questo tipo. Peraltro causati da una programmata azione manutentiva e qui si potrebbero aprire scenari diversi. Chi legge in questo momento la crisi idrica potrebbe averla avuta alle spalle, questo auspichiamo, dopo che nella serata di ieri l’ultimo aggiornamento pronosticava l’uscita dal tunnel entro la notte. Ma la scelta caldeggiata dalla stessa Crea gestioni srl in via cautelativa di non garantire la potabilità del flusso di ritorno, senza l’adeguata decantazione e opportune analisi micro-biologiche, è stata osteggiata dai più e per quel che sappiamo anche poco osservata, laddove qualcuno ha avuto la fortuna di avere ancora acqua sgorgante dai rubinetti. Per l’ingegnere chimico Nicola Felice, ad esempio, si è trattato di «Una Ordinanza “precauzionale” del sindaco, a seguito di una comunicazione “precauzionale” della Crea. L’acqua servita a Termoli, è la stessa che Molise Acque fornisce agli altri 8 Comuni a valle dell’impianto di potabilizzazione del Liscione, oggetto dei lavori di manutenzione. Finora solo il sindaco di Termoli ha preso la decisione di emettere la citata ordinanza. Qualcosa lascia credere che “sotto sotto” c’è una “guerra” tra l’Amministrazione Comunale e la Società Crea gestore del servizio idrico integrato, ormai non più disponibile a proseguire con ulteriori proroghe il servizio. In tanto ognuno pensa di tutelare il proprio “deretano”, mentre i cittadini si trovano a subire altri disagi». L’incubo, perpetrato soprattutto ai danni dei bar e dei ristoranti, che ieri non sapevano che pesci pigliare, tanto che la città si è quasi fermata sulla soglia della somministrazione. Senz’acqua e per di più nemmeno potabile laddove un po’ ce ne sarebbe, magari coloro che usano cisterne di accumulo. Una seconda parte di settimana dai disagi gravi in città e in Basso Molise, a causa di lavori al potabilizzatore del Liscione che non sono stati ultimati da Molise Acque nei tempi previsti inizialmente. Termoli, infatti, grazie alla propria capacità di stoccaggio e con l’acqua che arriva anche dal Cosib, oltre che direttamente dal Liscione, riesce a sopperire per almeno 24 ore di flusso interrotto, ma non oltre ed ecco che già da mercoledì pomeriggio si era manifestata la carenza di acqua corrente. Una località che vive di turismo e servizi, commercio, che ospita numeri considerevoli di persone che per studio e lavoro arrivano da fuori ogni giorno, anche da Abruzzo e Puglia, non può rischiare queste figuracce e benché ci siano state le note di aggiornamento del Comune e a monte della Crea, la comunicazione non si traduce in flusso idrico. Siamo in una regione che ha scelto di costituire l’Egam, ma ancora non si capisce a cosa potrà servire, Molise acque mette pezze e toppe dappertutto, ma sempre con meno efficacia e continuiamo a erogare risorse idriche in altre regioni. A tutto questo si aggiunga anche la telenovela del nuovo acquedotto molisano, che dovrebbe portare acqua di sorgente in Basso Molise. Noi vediamo solo che le tubature marce continuano a stare sui terreni da anni. Molise anno zero, anche sull’acqua. Che bella stagione!

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