Sono rivelazioni bomba quelle offerte ieri dal prefetto di Isernia alla stampa. Fernando Guida, infatti, senza mezzi termini ha sostenuto che nella Piana di Venafro ci sono ombre circa un traffico illecito di rifiuti gestito dalla criminalità organizzata.
Sono dunque confermate le indiscrezioni di Primo Piano Molise della scorsa estate circa una inchiesta sul caso della Dda di Campobasso scaturita da un esposto dell’associazione «Caponnetto».
Stavolta, però, c’è l’ufficialità e l’autorevolezza del prefetto che ai microfoni di Teleregione Molise ha evidenziato la sussistenza dell’ipotesi di reato di traffico illecito di rifiuti «perché si pensa che ci sia stato un impiego delle polveri (di per sé lecito, ndr) che provenivano dall’inceneritore di Pozzilli per la fabbricazione di cemento: abbiamo motivo di credere in base ai controlli effettuati nel 2016 e nel 2017 che i camion che trasportavano i rifiuti (“non pericolosi”, almeno ufficialmente, ndr) appartenevano a ditte collegate alla criminalità organizzata…». Insomma, come ammesso dallo stesso Fernando Guida, ormai sempre più in prima linea nella lotta all’inquinamento della Piana, si tratta di una «ipotesi preoccupante» che parla appunto «di vero e proprio traffico illecito di rifiuti che potrebbe far capo alla criminalità organizzata».
Ma le rivelazioni del prefetto, per certi versi clamorose, hanno riguardato anche l’esito degli accertamenti sulle ceneri pesanti sequestrate nel Venafrano a fine 2016 e nei primi mesi del 2017. Infatti, Guida ha affermato che le forze di polizia non erano convinte dei risultati dell’Arpa Molise, al punto che si è reso necessario un incidente probatorio che ha avuto quale conclusione l’affidamento delle analisi ad un laboratorio esterno.
In merito poi al secondo filone di indagine aperto di recente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Isernia a seguito dell’esposto-denuncia del sindaco di Venafro, Antonio Sorbo, Guida ha sottolineato come «si procederà anche in questo caso a nominare un laboratorio esterno alla Regione Molise che dovrebbe verificare sia l’inquinamento dell’aria che l’accumulo di elementi inquinanti al suolo. Ciò per evitare casi come quello del 2010», ovvero quando nella Piana di Venafro venne rilevata la presenza di diossina nelle carni bovine.
Dunque, le istituzioni sono attive più che mai per arrivare ad inchiodare i responsabili dell’inquinamento della Piana di Venafro.
Le dichiarazioni del prefetto di Isernia rilasciate ieri ai mass media hanno già fatto molto rumore. Non è escluso che nelle prossime ore possano registrarsi importanti sviluppi.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.