«Resistere, resistere, resistere». È questo l’invito-appello lanciato ieri dalla presidente delle Mamme per la salute e l’ambiente Mariantonietta Di Nardo. L’associazione ha dunque spiegato il perché del “ritardo” con cui sta prendendo piede il progetto dello studio epidemiologico di tipo eziologico nella Piana di Venafro.
«Era il 12 novembre 2018 quando sono stati resi pubblici i dati statistici molto significativi e preoccupanti relativi allo studio riguardante una prima valutazione dello stato di salute nei comuni di Venafro, Pozzilli e Sesto Campano. Da subito l’associazione si è attivata per predisporre la convenzione necessaria all’avvio di uno studio di tipo epidemiologico-eziologico che permettesse di indagare la relazione di rischio tra malattie ad eziologia ambientale e inquinanti presenti nell’area, basato sulla geo codifica della residenza della popolazione».
Però, «purtroppo, a documentazione pronta ed in attesa di un avvio delle procedure amministrative, che in tal modo sarebbero state più celeri, il Cnr di Pisa ha evidenziato la necessità di avere come capofila, commissionante lo studio, un ente pubblico e non una onlus come l’associazione Mamme per la salute e l’ambiente. La motivazione che è stata addotta a tale richiesta è la necessità dell’utilizzo nello studio di dati sensibili».
Da qui, quindi, le Mamme, non demordendo, lo scorso 11 febbraio hanno protocollato presso il Comune di Venafro una «richiesta ufficiale al sindaco di attivarsi in prima persona».
Dall’associazione fanno sapere che «siamo certi della serietà e del rilevante valore scientifico dello studio che si andrà a commissionare requisito fondamentale per l’associazione è che tale studio sia assolutamente indipendente».
Le Mamme per la salute e l’ambiente inoltre «ringraziano di vero cuore le associazioni, i sindacati e i tantissimi cittadini che si sono informati di continuo mostrando vivo interesse all’attivazione di un approfondimento di tipo epidemiologico-eziologico e per la grande vicinanza dimostrata. Chiediamo di continuare a supportarci soprattutto in questa fase molto delicata, convinti della necessità di rimanere uniti. Il percorso presenta un pò di ostacoli, ma noi siamo abituati ad affrontarli e superarli».
Ricordiamo che l’adesione allo studio, al momento, è giunta solo dai Comuni di Venafro e di Montaquila. A Palazzo Cimorelli è ora chiesto il ruolo di capofila. Staremo a vedere se, come e quando accetterà l’incombenza che potrà finalmente far partire la ricerca.

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