Angelo Izzo, il mostro del Circeo, avrebbe confidato più volte alla moglie Donatella Papi di non aver ucciso Rosaria Lopez. “Così come lo hai detto a me, devi trovare il coraggio di dirlo anche in un’aula di tribunale” scrive la donna in una lettera aperta al marito rinchiuso nel carcere di Velletri. Lì Izzo sconta due ergastoli, per il massacro del Circeo – nel 1975 fu uccisa Rosaria Lopez – e per quello di Ferrazzano dove nel 2005 morirono Maria Carmela e Valentina Maiorano.

“Io ti ho sposato solo per una ragione – si legge ancora nella lettera -: perché tu trovassi il coraggio di parlare. Non puoi restare lì, tutta la vita dietro le sbarre, per cose che non hai fatto. E soprattutto se tu non hai ucciso Rosaria Lopez devi dirlo. Come lo hai detto a me, con quelle stesse parole. Non c’è nessun agente segreto, sei solo Angelo Izzo”.

La Papi invita dunque Izzo a tornare sui suoi passi. “Io non ho ucciso Rosaria Lopez. Io non ho ucciso mai. Come volevi scrivere al Capo dello Stato. Devi farlo. Poi vivere, morire, non importa, ma sei libero, libero da un inganno che ha tradito la vita tua, la mia, della tua famiglia, della nostra età, di una intera nazione”. E conclude: “Parla, dì quello che sanno tanti perché su di te si è incardinato il più atroce inganno alla storia di un Paese. Sono quelle poche parole che hai dentro di te da anni e che hai scambiato con un’eterna prigione. Ma la tua vita, la mia vita ricomincia solo da qui, da quello che mi hai detto la prima volta che mi hai abbracciato: ti aspettavo da tutta la vita, io non ho ucciso Rosaria Lopez”.

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