Un crescendo rossiniano nella tarda serata di ieri al Mercato ittico di Termoli.

Un mese e mezzo abbondante di attesa e finalmente sono sbarcate le prime centinaia di casse di pesce fresco a lungo agognate dai consumatori per mezza estate.

Il fermo biologico sottrae il prodotto più pregiato nel clou della stagione turistica e quando i commercianti tornano a popolare l’asta pubblica il rammarico è per le occasioni irrimediabilmente perdute.

Discreto il quantitativo riportato in banchina al porto termolese ieri dai pescherecci della marineria locale.

Chiaramente parliamo dei prezzi all’ingrosso, base per quelli di vendita da elevare al dettaglio sui mercati rionali, nelle pescherie e nei centri commerciali.

Pannocchie battute a 40 centesimi, seppioline a 1,6 euro, triglie a due, mentre in doppia cifra calamari, poco più di dieci euro al chilo, sogliole, circa 14 e le prelibate mazzancolle, quasi a sfiorare i 22.

Questi alcuni dei prezzi monitorati dopo il primo sbarco di prodotto ittico fresco ieri sera al porto.

Poco meno di 24 ore di navigazione per alcune imbarcazioni della flottiglia termolese per riportare in banchine centinaia di cassette di prelibato pescato con cui soddisfare dopo quasi sette settimane di fermo biologico la domanda proveniente dalle famiglie e dai ristoratori.

Dalle 22 in poi, il piazzale intitolato alla Gente di Mare è tornato a vivere come nei momenti migliori, con marinai, armatori, personale di sbarco e commercianti a trasportare e comprare quanto finito nelle reti al largo nel mare Adriatico.

Discreta la partecipazione degli esercenti ittici alla prima asta nel mercato itticocomunale, con prezzi ovviamente più bassi rispetto a prima del fermo biologico, per le quantità superiori portate in banchina.

Soddisfazione indubbia da parte della marineria locale, che si è messa alle spalle il periodo di sospensione dell’attività ittica, che ogni anno crea sempre magoni e malumori.

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