Da Termoli potrebbe arrivare un altro endorsement per il giudice Vincenzo Di Giacomo.
In riva al mare, infatti, si riunisce stasera il fronte dei moderati che sta organizzando l’ex presidente del Consiglio regionale Vincenzo Niro e sul calendario dei partiti e movimenti interessati la riunione sarebbe cerchiata in rosso. Le premesse perché sia decisiva ci sono tutte.
A Isernia, sabato 23 dicembre, un primo giro di tavolo sul programma. Alla ‘chiamata’ di Niro hanno risposto Rialzati Molise e il presidente della II Commissione Salvatore Micone, finora esponente della maggioranza di Frattura (che sta fondando un movimento e a Primo Piano ha spiegato di essere andato ad ascoltare, altre decisioni le prenderà più in là), i movimenti che fanno capo a Cosmo Tedeschi, l’Udc di Cesa, Idea, Energie per l’Italia e il Movimento agricolo molisano. Sul nome del giudice, gli unici a non essere d’accordo sarebbero proprio gli esponenti di questi ultimi due movimenti: Marone e Di Rocco. Anzi, Di Rocco ha proposto per la guida della Regione proprio l’avvocato termolese che coordina gli uomini di Parisi in Molise.
È probabile, però, che questo non rallenti la road map dei sostenitori del magistrato. La sua candidatura nasce come uomo della società civile. Non a caso, la prima investitura è arrivata dai movimenti civici, fra cui quello di Massimo Romano e l’altro di cui è protagonista l’ex senatore Giuseppe Astore. Anche i centristi hanno sempre pensato ad un profilo come quello di Di Giacomo che, soprattutto dopo la battaglia per il salvataggio della Corte d’Appello di Campobasso – di cui è stato promotore con il Comitato nato ad hoc – ha cominciato ad essere apprezzato su tutto il territorio regionale. Via libera al suo nome sono giunti in queste settimane da associazioni e organizzazioni di categoria, come la Confesercenti, che insieme a lui hanno lottato per evitare la soppressione del distretto giudiziario del Molise.
Di Giacomo piace anche ai big del centrodestra. Al tavolo regionale dei partiti la rosa dei papabili è ampia, ma Di Giacomo farebbe fare un passo indietro a molti. Non a Iorio, che invece fin qui ha ribadito più volte la volontà di andare avanti e candidarsi anche da solo, a suo sostegno Direzione Italia di Fitto. Al netto di questo dissenso, la strada per Di Giacomo sembra ormai spianata. A volerlo saranno i movimenti civici, i moderati di centro e partiti come Forza Italia, Idea, sovranisti. A Roma prima di Capodanno dovrebbe tenersi una nuova riunione del tavolo nazionale per decidere sulle regionali. Da lì dovrebbe arrivare l’ufficialità della convergenza sul nome di Vincenzo Di Giacomo.
ppm

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