A quasi 48 ore dall’esito del voto i candidati di Liberi e Uguali, Gianmaria Palmieri e Oreste Campopiano con la neoparlamentare eletta in Molise, Giuseppina Occhionero, convocano la conferenza stampa all’hotel San Giorgio, nel cuore di Campobasso.
Nessuno ha l’aria stanca o delusa e infatti l’incontro con i media serve ad esprimere il compiacimento per il risultato ottenuto in Molise con un 15% in più rispetto alla media nazionale e a ringraziare gli elettori. Ma anche ad augurare «all’onorevole Occhionero un buon lavoro».
Prendono atto «della delusione per il mancato successo sul territorio nazionale» ma nello stesso tempo «siamo forti del traguardo raggiunto in Molise – dice Oreste Campopiano – dove LeU ha eletto anche un parlamentare».
In Italia totalizza il 3,4%, poco sopra la soglia di sopravvivenza. In Molise il 3,9%.
Quindi la conferma della promessa fatta prima del voto: «Proseguiremo il cammino iniziato senza fermarci, con pazienza, umiltà e riflessione. Questo è un progetto in cui crediamo fermamente e la fiducia che i molisani ci hanno riservato – interviene la neo deputata – ci ha indicato il primo punto fermo e cioè che LeU è l’unica forza di centrosinistra presente e dunque è da noi che il centrosinistra va ristrutturato».
LeU dunque non chiude i battenti e si prepara alla traversata con la sua pattuglia di deputati e senatori. Una pattuglia di cui non faranno parte big come Massimo D’Alema (nel suo collegio in Puglia poco sopra il 3% e non recuperato nel proporzionale) e Pippo Civati, uno dei fondatori, e per il Molise farà a meno di Danilo Leva (nel suo collegio ha raggiunto il 3,2%).
Dopo alcune ore, entusiasmo e riconoscenza prevalgono sulla delusione. «Non abbiamo saputo intercettare i consensi in fuga dal Pd, che sono finiti travolti dall’onda dei 5 Stelle e della destra – spiega Gianmaria Palmieri – ma gli elettori ci hanno comunque trasmesso un segnale inequivocabile che è la domanda di cambiamento radicale rispetto a quanto fatto in questi anni».
Il riferimento è inevitabilmente al Pd, a quello di Renzi e a quello di Fanelli e Frattura.
Tra qualche giorno si presenteranno le liste per il rinnovo del Consiglio regionale, il 22 aprile si vota, i tempi per mettere attorno ad un tavolo tutte le forze del centrosinistra ed evitare una dispersione di voti altrimenti deleteria sono strettissimi ma da LeU non ci sono aperture in questo senso: «Nessuna intesa con il Pd – risponde Palmieri a chi glielo chiede – Poiché riteniamo che il Pd in Molise non sia una forza di centrosinistra e quindi non siamo disponibili ad intese in tal senso».
«Da qui possiamo solo crescere, siamo una start up, meno di tre mesi per far conoscere un simbolo era un tempo brevissimo – continua invece la parlamentare – Ora è finita una stagione del centrosinistra non solo in Italia ma anche in Molise, noi siamo la casa di questa coalizione e di tutte le forze che ne rispettano principi e progetti».
Oreste Campopiano nella sua analisi post-voto rammenta che nel Paese e in Molise «il Movimento 5 Stelle da un lato e la Lega dall’altro hanno creato un terremoto politico generalizzato. Nell’’ambito di questa nuova configurazione, il nostro risultato acquisisce una valenza politica ancora più forte. Attorno all’onorevole Occhionero il Molise può ricostruire l’area di centrosinistra spazzata via da Renzi e dal suo partito. Oggi ci proponiamo come punto di riferimento politico di una vasta area di centrosinistra perché è attorno al nostro risultato che si può ripartire».
Nomi in corsa per le regionali? Palmieri sentendosi chiamato in causa risponde subito: «Premetto che escludo categoricamente la mia disponibilità ad inciuci o a governi di salute pubblica. E al momento non ravviso le condizioni per una mia candidatura né al Consiglio regionale né alla presidenza della giunta».
CN

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