Frattura fa un passo di lato. Tra i nomi alternativi per la leadership del centrosinistra alle regionali quello di Di Pietro torna, così, in pole position.
Nel giro di una giornata lo scenario cambia completamente. In tarda mattinata, Paolo Frattura spariglia le carte. Dopo la riunione coi suoi consiglieri di maggioranza, invia alle redazioni una nota stringata ma chiara: «La mia priorità, come già cinque anni fa, è dare al centrosinistra la possibilità di ottenere, ancora una volta, la fiducia dei cittadini molisani. Il mio impegno è finalizzato a favorire l’unità della coalizione con un Pd forte e determinato che possa essere protagonista, andando anche oltre la mia candidatura. Auspico che tutto il centrosinistra si adoperi in tal senso».
Scelta meditata da qualche giorno almeno. Troppo imponente il dato delle politiche per far finta di nulla. Il segnale è stato inequivocabile e diretto anche a lui. La sconfitta del suo vicepresidente Facciolla e del capo degli industriali Colavita, da sempre amico di Frattura, non lascia spazio a molte interpretazioni. Così, chi ha incontrato il presidente in questi giorni si è accorto della riflessione in corso. Mai stata ufficiale la sua riproposizione e lui è stato sempre molto attento al bon ton. Ma il Frattura delle ultime ore lasciava trasparire l’imminenza di un passo quanto meno di lato per sgombrare il campo. E provare a ricucire con il resto del centrosinistra che il 4 marzo ha votato LeU e che il 22 aprile è pronto a supportare Roberto Ruta nell’avventura di Ulivo 2.0.
Così Laura Venittelli, ‘sospettata’ di aver cercato il dialogo o un accordo col giudice Di Giacomo (indiscrezioni circolate con insistenza negli ambienti politici raccontano di un incontro fra i due dopo le politiche da cui la ex deputata è uscita sconfitta), rientra nel ruolo di presidente dell’assemblea regionale dem e rilancia il suo ‘Obiettivo unità’. «Bisogna plasmare una piattaforma più profonda possibile, che sia capace di ricucire con le proposte lo scollamento che il voto del 4 marzo ha dimostrato sui territori. Da qui l’appello esteso anche oltre il perimetro del centrosinistra, ma verso quelle forze sociali e civiche che non hanno appartenenza seriale di centrodestra. Una grande aggregazione che riesca a mettere insieme tutte quelle anime che in questi anni hanno condiviso anche dall’esterno le nostre battaglie», dice. E questo in parte spiega i rumors sul suo ‘sconfinamento’. Quindi, la proposta per fare sintesi: «Ringrazio il presidente Frattura per il passo indietro e al senatore Ruta chiedo parimenti di fare lo stesso, affinché tutti assieme possiamo individuare un candidato condiviso col quale si vada ad affrontare la battaglia del 22 aprile con la vittoria di quelli che sono i nostri valori».
Dalle 18 si riunisce la segreteria regionale dem. Gli animi sono surriscaldati. La maggior parte dei componenti ha letto su Facebook la decisione di Frattura. E non l’ha presa bene. Ma la questione di metodo passa in secondo piano. Il calendario corre.
Dal Pd si aspettano segnali concordanti con il gesto del presidente della giunta. Oltre che decisioni sulla segreteria. Intanto qualcuno parla con Antonio Di Pietro. Candidato naturale se si tratta di fare sintesi e unità. Lui avrebbe chiesto garanzie sull’unità, che sia reale e non di facciata. Altri ambasciatori dialogano col fronte Ulivo 2.0. E nel tardo pomeriggio si diffonde la voce che Ruta potrebbe accettare l’invito di Venittelli.
Tra le alternative, trapelano pure altre ipotesi. Per esempio, il nome della preside del Pilla di Campobasso Rossella Gianfagna. Ma è ovvio che tutti pensano all’ex pm di Mani pulite. Le sue ultime dichiarazioni, prima delle politiche, sono state di stima per il giudice Di Giacomo. Mercoledì i due si sono sentiti. Era ancora in auge l’idea di una grande coalizione. Poi archiviata perché sarebbe pane per i denti dei 5 Stelle. Potrebbe finire che poi, a bocce ferme, a ognuno tocchi il ruolo che le scelte di questi mesi hanno determinato. Si stimano, sono due magistrati. Ma potrebbero essere avversari il 22 aprile. Di Pietro a capo di un centrosinistra che perde Patriciello e si ricompatta perciò a sinistra. Di Giacomo alla guida di un centrodestra che recupera Patriciello, Niro e altri che hanno lasciato il governo Frattura. Due magistrati contro i depositari del brand ‘onestà onestà’.
In serata arriva la nota del Pd, che anche Ruta aspettava (stamane parla lui): «Grazie di cuore presidente. Grandissimo rispetto e ammirazione per un gesto rarissimo in politica. Il noi, prima dell’io. La disponibilità data oggi è un atto di generosità verso la comunità del centrosinistra e del Pd. La segreteria regionale rinnova il proprio apprezzamento sul lavoro svolto, che abbiamo difeso e valorizzato in questi anni. I prossimi giorni saranno decisivi – dicono da iva Ferrari – per la definizione del progetto politico riformista del centrosinistra e il tuo contributo fattivo e determinante continuerà ad essere indispensabile, in particolare per individuare le donne e gli uomini delle liste che rappresenteranno il centrosinistra».
Al termine della riunione, Micaela Fanelli ha rimesso il mandato. La versione ufficiale è che il suo esecutivo l’ha invitata a rimanere, subito dopo le regionali si avvierà il percorso congressuale. Quella ufficiosa racconta di un putiferio scoppiato all’annuncio di dimissioni di tre componenti (Messere, Chierchia e Presutti) che volevano il passo indietro di tutti.
rita iacobucci

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