Sa qual è la richiesta. Donato Toma risponde prima ancora di riceverla in Aula: «Non ci sono motivi per cambiare la mia giunta. Questa è una bega politica, mi diano una sola ragione per revocare la delega a Mazzuto, che sia attinente ai nostri compiti. Le beghe politiche non riguardano il mio esecutivo». Se ne parla a giugno, quando ci sarà il prossimo tagliando.
Curioso come da presunta stampella di Toma (accusa velenosa serpeggiata a riprese in questi mesi soprattutto sui social), il Pd di Facciolla e Fanelli si dimostri invece l’avversario che mette il dito nella piaga. Con una mozione che nel primo pomeriggio era di sfiducia e poi si è capito che sarà di censura. Ma cambia poco.
Il Pd sfiducia Mazzuto, le due consigliere espulse dalla Lega si associano. E se ci mettiamo i 5 Stelle… Possibile che lei non veda frizioni e problemi in vista per la sua maggioranza, presidente?
«Il Pd sfiducia un mio assessore? Certo, c’è il tema dell’ammissibilità di un simile documento. Ma quindi il Pd ha dato fiducia alla giunta per poterla poi sfiduciare? Sarebbe una grande notizia… Lo stesso vale anche per i 5 Stelle! Che sconfesserebbero il loro governo sposando quel documento. Sarebbe un suicidio politico».
E perché?
«Glielo spiego subito. La mobilità Ittierre, è uno dei motivi di censura per l’assessore Mazzuto. Ma il provvedimento per cui il Pd ha presentato un emendamento – che non è detto che passi – è stato approvato in quel modo perché l’esecutivo nazionale, quindi la Lega e i 5s, non era sicuro ci fossero le coperture per tutta la platea potenziale di beneficiari. Quindi, non è vero che Mazzuto non ha capito. I 5 Stelle di Palazzo D’Aimmo sono persone intelligenti, così pure i dem. Mi aspetto che agiscano di conseguenza».
Romagnuolo e Calenda, però, firmano la mozione.
«Posso capire che dalla maggioranza si indirizzi un disappunto all’operato dell’assessore. Ma che lo faccia il Pd…. Comunque, io ho vinto le elezioni con la Lega. Mi auguravo e mi auguro ancora che lo strappo interno si possa ricucire. Ma in queste vicende interne ai partiti non entro».
E non teme destabilizzazioni in maggioranza?
«Assolutamente no. Siamo tutti persone intelligenti».
Parliamo degli incarichi. Calenda è diventata presidente della IV commissione ma la casella è della Lega.
«Le intese sono quelle del 22 aprile 2018, quando io ho vinto le elezioni, ripeto, anche con la Lega. Le posizioni sono state attribuite in base agli accordi pre elettorali e ai risultati. Per cui prima di spostarmi da una posizione consolidata ci penso mille volte».
Ma proprio nessun fastidio rispetto alla seduta che si annuncia infuocata per lei e i suoi?
«Vorrei discutere di cose più importanti per i molisani in Consiglio, questo sì. Non di beghe di partito».

ritai

Un Commento

  1. Romagnuolo e Calenda possono tranquillamente confluire nel PD, visto che ne appoggiano le mozioni e sono contro il regionalismo differenziato.

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