Si è registrato in Molise il maggior calo nella partecipazione al voto rispetto alle politiche del 2013. Domenica alle urne è andato il 56,6% degli aventi diritto, -21,6% nel raffronto proposto dall’Istituto Cattaneo in una prima analisi sull’affluenza. Nel 2018 la percentuale era del 71,6% e cinque anni prima del 78,1. Il secondo risultato negativo è della Val d’Aosta: -16,4% (molto sotto il 20% comunque). Seguono poi Sardegna (-15,2%) e Trentino Alto Adige (-15%). La regione che ha pagato meno la disaffezione ai seggi è la Sicilia: nel 2013 votò il 64,6% del corpo elettorale, nel 2018 il 62,4 e il 25 settembre scorso il 57,3% (-7,2 in dieci anni).
In media, in Italia il calo della partecipazione quest’anno è stato molto forte, pari a oltre 9 punti percentuali. Dal 1979 al 2018 la riduzione media tra una elezione per la Camera e la precedente è stata di 1,9 punti percentuali. Il calo maggiore, di cinque punti, era stato quello registrato tra il 2008 e il 2013.
Tornando al Molise, degli oltre 243mila residenti chiamati alle urne, solo 138.087 hanno esercitato il diritto di elettorato attivo. Altro spunto significativo: 5.375 le schede nulle (su cui quindi per sbaglio o intenzione erano tracciati più di due segni o comunque nei posti sbagliati come nel caso di voto disgiunto non ammesso dal Rosatellum), 3.410 le bianche. Questo per quanto riguarda la Camera. Al Senato, 138.023 votanti, le schede nulle sono state 5.074 e le bianche 3.263. Circa il 6% di chi si è recato alle urne non ha espresso una preferenza oppure non ha saputo o voluto esprimerla.

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