L’attività giudiziaria in Molise ha visto un’adeguata ripresa nei settori penale e civile, nonostante l’organico non sia ancora quello ottimale. Dal punto di vista dei reati, invece, sono in aumento furti, scippi e illeciti informatici: in tutti e tre i casi, fattispecie in cui è difficile fare giustizia. Resta sempre alta l’allerta per le infiltrazioni della malavita, a cui fanno gola i fondi del Pnrr.
Ieri mattina a Campobasso l’inaugurazione del nuovo anno giudiziario nell’aula della Corte d’Appello – con la partecipazione delle massime autorità istituzionali, dei vertici delle forze dell’ordine e dei rappresentanti di Csm, Ministero e Avvocatura – e i tradizionali bilanci stilati dal presidente Vincenzo Pupilella e dal procuratore generale Mario Pinelli.
Particolare attenzione, ha spiegato Pupilella, è stata rivolta allo smaltimento delle controversie più risalenti nel tempo e alla necessità di garantire processi rapidi per quanto riguarda i rapporti di famiglia e i minorenni, i reati di violenza di genere e in ambito familiare e «quelli che ledono, proprio ad opera di pubblici ufficiali, la correttezza della pubblica amministrazione».
Il presidente si è poi soffermato sulle innovazione tecnologiche, accelerate durante la pandemia, che hanno una «indubbia portata innovativa» e per questo «ora ci si muove nella direzione di un’implementazione di quanto di positivo si è sperimentato proprio nel periodo della pandemia». Nella relazione evidenziato l’ormai cronico problema della carenza di personale: «In Molise e soprattutto per il Tribunale di Campobasso – ha detto Pupilella – la pianta organica dei magistrati si è rivelata ancora una volta non pienamente adeguata ad affrontare in modo ottimale i numerosi compiti dell’amministrazione della giustizia. Per consentire un rilevante abbattimento dell’arretrato è assolutamente necessaria una rapida copertura da parte del Csm dei posti vacanti». Il problema riguarda pure il personale e i dirigenti amministrativi. «Ciò determina – ha sottolineato il presidente della Corte – che il capo dell’ufficio deve continuamente occuparsi, prima ancora che della sua attività propriamente giurisdizionale, dei gravosi compiti di gestione delle strutture, delle risorse materiali e soprattutto del personale amministrativo. È dunque necessario – ha concluso – che il ministero della Giustizia provveda sollecitamente alla nomina di tali dirigenti amministrativi».
La relazione del pg Pinelli, basata sulle attività delle Procure territoriali, della distrettuale antimafia e dell’ufficio inquirente per i minorenni, ha evidenziato che è cresciuto il numero dei furti nelle case, degli scippi, delle truffe legate al reddito di cittadinanza. In aumento anche i reati informatici e i casi di stalking.
Diminuiscono, invece, gli omicidi colposi dovuti a infortuni sul lavoro. Sostanzialmente stabili i reati contro la pubblica amministrazione, gli omicidi stradali, i reati sessuali e quelli in materia di droga, le rapine, le truffe e i casi di estorsione.
Per quanto riguarda i reati contro la Pa, i casi più ricorrenti sono quelli di abuso d’ufficio che tuttavia – ha evidenziato Pinelli – sono anche quelli che però poi difficilmente si traducono in condanne definitive, tenuto conto dell’estrema difficoltà di poter efficacemente riscontrare l’illecito con riferimento a tutti gli stringenti elementi costitutivi del reato». Tra i dati di rilievo, il raddoppio dei furti in appartamento nel circondario di Campobasso e, nella stessa area, anche delle truffe legate al reddito di cittadinanza (da 132 a 282).
Per quanto riguarda la criminalità organizzata, il pg ha evidenziato che «il relativamente basso numero di fascicoli iscritti alla Dda non deve interpretarsi come dimostrativo dell’assenza di mafie in Molise. Seppure in assenza di uno stabile radicamento su questo territorio – ha aggiunto – cellule di criminalità organizzata sconfinano con non episodiche incursioni, muovendo sia dalla Campania che dalla provincia di Foggia».
Incursioni riconducibili spesso a traffici di droga, riciclaggio o alla necessità di garantire un rifugio a latitanti.
Di rilievo, ha evidenziato, l’indagine della Procura di Isernia che ha portato a scoprire «gravissime forme di inquinamento nella Piana di Venafro su ampie fasce di terreno coltivate a cereali e ulivi, ove sono state individuate elevate concentrazioni di agenti inquinanti, come il cadmio, assai pericolosi per la salute umana». Sul punto il procuratore generale ha auspicato che la vigilanza delle forze di polizia resti elevata anche per sventare questa minaccia: i clan presenti nelle regioni limitrofe, man mano che si saturano i territori utilizzati, sentiranno la necessità di sconfinare in Molise per stoccare rifiuti. E «quella che in prima battuta può apparire come una violazione non particolarmente allarmante andrà tuttavia debitamente approfondita quale possibile reato-spia» di una presenza mafiosa.
Infine Pinelli ha lanciato un nuovo allarme: «La Guardia di Finanza si sofferma sul fatto che lo sconfinamento della criminalità organizzata in Molise allo stato possa trovare un più che plausibile accreditamento in ragione degli allettanti indotti generati dal Pnrr, tali da suscitare forti appetiti, innanzitutto per le mafie».
r.i.

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