Sono trascorsi alcuni giorni dalla morte in drammatiche circostanze della 47enne Flavia Rosati. Lei si è tolta la vita nell’appartamento di via Po, lo scorso 24 luglio. Due giorni fa i funerali alla chiesa di San Pietro. Di ieri, invece, una lettera da parte dei suoi colleghi dei Centri per l’Impiego unitamente all’avvocato Vincenzo Iacovino. «Cara Flavia, è difficile scriverti queste poche righe perché la nostra mente si rifiuta di credere che tu non ci sia più. Nella tragedia della perdita del lavoro sei stata una combattente al nostro fianco, hai creduto fino in fondo che la giustizia potesse alla fine trionfare e che ti venissero restituiti tutti quei diritti che negli ultimi anni ci sono stati negati senza un motivo o giustificazione alcuna. Non si può assistere indifferenti a un simile dramma.
Nel tuo malessere abbiamo rivisto anche il nostro ma tu non ce l’hai fatta, tu con la tua spiccata sensibilità non hai retto!
Troppe le umiliazioni, troppi i sogni infranti, troppe le promesse non rispettate, troppi i diritti negati.
Ci dispiace non aver capito fino in fondo il tuo malessere.
Il tuo è stato un grido di dolore silenzioso, che purtroppo non è servito a risvegliare le coscienze di chi aveva il dovere ed il potere di intervenire per ridarti quella vita dignitosa che ti era stata sottratta.
E’ di moda dire “Il Molise resiste”, ma una regione che nel momento di maggiore bisogno lascia i suoi figli soli, negando diritti e prospettive, costringendoli, nella migliore delle ipotesi, ad andare via, non ha ragione di esistere.
Ti promettiamo di continuare, per quanto ci è possibile, a lottare anche per te, per tutto quello che è giusto e per tutto quello che hai sempre desiderato, affinché il tuo ricordo resti vivo e quello che è successo a te non accada più a nessuno, perché non è giusto!!
Così come non è giusto che una madre debba continuare a vivere nel dolore straziante della perdita di una figlia, pensando che tutto questo poteva essere evitato. E’ nelle sue lacrime che è racchiuso il senso della tua vita, una vita ingiustamente interrotta.
Ciao Flavia, resterai sempre nei nostri cuori».

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