Dopo appelli, incontri, segnalazioni, richieste di intervento, il peggio è accaduto con tutto il carico di dolore e indignazione che naturalmente ha provocato. Il decesso dell’uomo che, per schivare un cinghiale sulla strada, è rimasto vittima di un terribile incidente stradale, suscita amarezza e sgomento, apre alla riflessione e impone azioni urgenti e risolutive. Solo qualche giorno fa l’ennesimo appello alla politica regionale della Coldiretti Molise che, giocoforza, alla luce del tragico evento non può che ritornare su quanto non fatto fino ad oggi da chi, invece, avrebbe dovuto agire. «La Regione deve intervenire subito e senza esitazione – il monito di Giuseppe Spinelli, delegato confederale di Coldiretti Molise -. La posta in ballo è troppo alta per avere dubbi o tentennamenti. Chiediamo al governatore una presa di posizione forte del Molise nei confronti del Governo centrale per consentire alla Regione di poter mettere in atto tutte le misure necessarie a fronteggiare l’emergenza in atto». Coldiretti, come si ricorderà, ha chiesto alla Regione di adottare una proposta di legge scritta sulla falsariga di quella delle Marche che consente, agli agricoltori in possesso di regolare licenza di caccia e di armi adeguate, di poter cacciare sulle proprietà gli ungulati nel corso dell’intero anno. Una proposta consegnata al governatore Toma e all’assessore competente, Nicola Cavaliere, che – per Coldiretti – consentirebbe un duplice risultato: evitare la devastazione dei raccolti e ridurre il numero dei cinghiali che, ormai, sempre più spesso causano incidenti stradali e si avvicinano pericolosamente ai centri abitati. «Quello che temevamo purtroppo si è verificato» commenta il delegato confederale Giuseppe Spinelli, riferendosi alle tragiche conseguenze dell’incidente stradale accaduto il 22 dicembre scorso, tra Montenero di Bisaccia e San Salvo. E non bastano, a ridurre il numero sempre in aumento dei cinghiali, nemmeno le battute di caccia, che purtroppo registrano incidenti mortali come quello accaduto solo qualche giorno fa nel Molise centrale. «Il fatto che il numero di sinistri, causati da cinghiali, sia sempre più elevato anche in Molise, regione con una densità di popolazione molto più bassa rispetto al resto d’Italia, la dice lunga su quanto sia sproporzionato il numero di cinghiali rispetto agli abitanti – sottolinea Spinelli -. Sono mesi che chiediamo al presidente della Regione e all’assessore all’Agricoltura di intervenire e trovare subito una soluzione al problema tanto letale per l’economia quanto pericolosissimo per l’incolumità delle persone, visto che questi animali entrano ormai indisturbati nei centri abitati e spesso aggrediscono agricoltori a lavoro nei propri campi».
Coldiretti non lesina accuse. «Chi risponderà ora moralmente delle morte di quel padre di famiglia? Al Governo sembra interessare più la sorte di un cinghiale che l’incolumità delle persone, vista la mancanza di provvedimenti adottati. E ancora: chi avrebbe potuto e dovuto intervenire affinché ciò non si verificasse? Il grido d’allarme di Coldiretti è rimasto inascoltato per mesi dalla politica nazionale e regionale, soffocato da false promesse e da un immobilismo politico regionale inaccettabili. Il tempo delle promesse – conclude il delegato confederale di Coldiretti Molise – è finito. Non è più possibile temporeggiare, celando il problema dietro una normativa nazionale che non consente l’abbattimento di cinghiali al di fuori del periodo di caccia o ne limita il numero di esemplari da abbattere. Siamo di fronte ad un’emergenza che rischia di dare il colpo di grazia all’economia regionale e mina il diritto dei cittadini di potersi muovere in sicurezza».

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