Una sorpresa. Anche se meritata. Il Molise fra le 52 mete del 2020 secondo il New York Times è notizia di rilievo nei titoli dei tg nazionali (il detonatore del clamore mediatico nazionale è il Tg1 delle 20 venerdì con Giorgino che annuncia il servizio e Altilia sullo sfondo).
Nel servizio di Carlotta Mannu, i riflettori sono puntati in particolare su Sepino. L’insediamento di Saepinum, la bellezza che non ti aspetti, raccontato dal custode Giantommaso D’Amico: i sanniti che cominciarono a commercializzare i loro prodotti lungo il tratturo Pescasseroli-Candela. Tratturi e transumanza – da dicembre patrimonio immateriale dell’Unesco – sono alcuni dei motivi per cui il Nyt consiglia di venire a visitare. I microfoni del tg ammiraglia della Rai hanno raccolto anche le impressioni in paese, dove la bellezza e il significato della città antica sono tutt’altro che sconosciuti.
Anche Tgcom24 ha dato risalto al «Molise incoronato» dal New York Times. «Roma, Firenze, Venezia? No. Se vi recate in Italia, andate nel Molise – si legge nell’edizione online della testata Mediaset – È questo il consiglio che il New York Times dà ai propri lettori inserendo la regione al 37° posto tra le 52 mete da visitare nel 2020. Prima è Washington, settima la Sicilia, 51esima Urbino. Ma il Molise è anche davanti a luoghi conosciutissimi come la spagnola Minorca e la danese Copenaghen».
Infine, nella sua giornata fortunata la XX Regione ha avuto la consacrazione con la pagina che il Corriere della Sera ha dedicato alla rivincita del Molise. Il commento affidato a Franco Arminio: «Il Molise è una bellezza a lento rilascio, è ,a vitamina M». Una definizione che è una dichiarazione d’amore, da non sprecare.
Quell’amore che l’ex pm di Mani pulite Antonio Di Pietro dichiara per la terra dove è tornato a vivere ma – ha detto a Candida Morvillo – «non posso starci perché mi guadagno il pane fuori: se dovessi campare dell’olio che produco, non vivrei. Capisco i giovani che se ne vanno». L’amore tradito di Tony Dallara che, sempre al Corriere ha confidato: mi invitano sempre a cantare «ma non mi fanno mai una vera offerta né ammettono, cuore in mano, che non possono pagare». L’amore del Molise, non del tutto corrisposto ammettiamolo, per Robert De Niro. Che, ricorda Morvillo, ha detto che sarebbe tornato nella terra dei suoi nonni se avesse vinto Trump ma non si è visto.
Sul Corriere, anche l’antologia del Molise che non esiste – autoironica accettazione della propria irrilevanza con l’ambizione fin qui non proprio riuscita di diventare al contrario marchio di riconoscibilità – e i futuri obiettivi dell’assessore Vincenzo Cotugno: «Varato il piano strategico del turismo e un bando da 20 milioni per la microricettività». La scommessa sui borghi, sui tratturi e sul turismo dei molisani che vivono all’estero o fuori. Sperando non siano come De Niro e Dallara e non la pensino come Di Pietro che rilancia «il coraggio di riunificarsi con l’Abruzzo»..

r.i.

Un Commento

  1. Gennaro Castellitto scrive:

    In cinquantasette anni di autonomia stiamo ancora a parlare di come valorizzare una perla come Altilia, cosa che avremmo potuto e dovuto fare già da qualche decennio. Che i più bravi ci insegnino come fare, quindi andiamo con Marche e Abruzzo in una macro-regione che ci aiuterà ad uscire dall’oscurantismo. Non saranno perfette, ma hanno dimostrato -in particolare le Marche- di saper utilizzare fondi pubblici con una certa tempestività, di non litigare per il puro gusto di litigare, di annullare i particolarismi nella lotta per il Bene Comune.

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