Sul campo, in prima linea. I sindaci. Hanno più di chiunque altro il termometro del territorio. Raccolgono le confidenze, i timori. Le speranze e le richieste dei cittadini.
Marciano Ricci, da un anno e mezzo sindaco di Montaquila, si sta battendo giorno e notte per la divulgazione delle buone prassi da osservare per evitare la diffusione del contagio.
È tuttavia convinto che le misure finora adottata non bastano. Vanno inasprite. Serve fermare il Paese, fatte pochissime eccezioni, per 15 giorni.
«Intanto – dice -, tutti dobbiamo evitare di uscire quando non c’è necessità.
Resto tuttavia del parere che le misure vadano inasprite. Ben venga l’estensione della zona rossa a tutta l’Italia, ma il governo deve fermare il Paese per 15 giorni. Per “fermare” intendo lo stop di qualsiasi attività, fatta eccezione, ovviamente, di quelle sanitarie e degli esercizi che somministrano beni di prima necessità. Come d’altronde ha fatto la Cina nelle aree particolarmente colpite, ottenendo ottimi risultati».
Il sindaco Ricci ha «la sensazione che gli italiani oltre a non aver compreso la portata dell’epidemia, non sono molto abituai ai sacrifici. Tant’è che il premier è stato costretto a chiudere i pub, limitare gli orari dei ristoranti e fermare le attività ludiche, come, per esempio, le discoteche o le palestre.
Quando una persona non è abituata a fare una cosa o, peggio, non vuole farla va indotta. In questi giorni mi sento spesso con i colleghi sindaci. La mia proposta è quella di scrivere al presidente del Consiglio dei ministri e al presidente della Regione per chiedere ulteriori misure. Do atto al governatore Toma degli sforzi che sta compiendo, ma la sanità molisana è messa male da tempo. Se dovesse propagarsi il virus in Molise come sta accadendo in alcune province del Nord, sarebbe un disastro».

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