Ci sono volute meno di 24 ore per capire cosa fare e come fare. Il senso di comunità, il far parte da generazioni di questa città e della regione, il sentirsi pienamente campobassani e molisani, radicati in una terra generosa e ospitale, difficile e amata. E così quando Giuseppe Ferro ha alzato la cornetta per chiedere cosa potesse servire all’ospedale Cardarelli, come rendersi utile – assieme alla sua famiglia e all’azienda ‘La Molisana’ – dall’altro capo del telefono il governatore Toma lo ha messo in contatto con il manager Asrem. Una somma importante quella che l’azienda della famiglia Ferro voleva devolvere al Cardarelli, per l’acquisto di quello che serve alla struttura, i dispositivi che mancano e che oggi, più che mai, fanno la differenza in termini di vite. Centomila euro, hanno spiegato ad Oreste Florenzano che, arrivato a Campobasso da qualche giorno, ha conosciuto il volto spietato del Covid-19 e una regione sana, dove ci si prende cura l’uno dell’altro anche se non ci si conosce. Il manager della sanità ha confidato all’amministratore delegato di una delle aziende leader nel mondo che sì, c’era qualcosa che avrebbe potuto fare. Servono i ventilatori polmonari, che entrano in campo quando il paziente non riesce più a respirare. È così l’ad Giuseppe Ferro, con la concretezza di chi sa che non si può perdere tempo, ha chiuso la conversazione annunciando che li avrebbe pagati la sua famiglia. I tre dispositivi già sono stati acquistati dall’Asrem, con la somma destinata a tale scopo dall’azienda ‘La Molisana’ e pare siano anche già in viaggio, verso Campobasso. Senza clamori, né dirette Instagram la famiglia Ferro si è messa a disposizione della comunità. Quella stessa nella quale vive, lavora, produce. I tre ventilatori polmonari saranno destinati al blocco operatorio della terapia intensiva dell’ospedale Cardarelli. È un momento di grande preoccupazione quello che sta vivendo il Paese, la sintesi del pensiero della famiglia Ferro; la comunità molisana è stata colpita dalla grave epidemia da Coronavirus che ha messo a dura prova anche l’economia del paese, motivi per i quali l’azienda pastaia ha voluto affiancare la comunità sanitaria, in ginocchio per la mancanza di ventilatori polmonari,indispensabili a fronteggiare i casi più gravi e le complicanze del contagioso virus. I tre dispositivi, indispensabili per la terapia intensiva, sono costati 98mila 820 euro. «In un momento così difficile per il nostro sistema sanitario e per la nostra comunità abbiamo pensato di essere d’aiuto acquistando materiale di stretta necessità per il nostro ospedale – spiega la famiglia Ferro –. Speriamo vivamente che presto tutto si risolva nel migliore dei modi e che rientri il prima possibile questo stato di paura che tutti stiamo vivendo. Siamo fiduciosi che insieme usciremo da questa criticità per ripartire con slancio e determinazione riappropriandoci delle nostre vite».

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