Il 26 marzo forse per il Molise finora è stato il giorno più duro. Il virus che ormai si espande a macchia d’olio, tocca anche il secondo capoluogo di provincia: due giovani isernini rientrati dal Nord (e già in isolamento) portano a 4 i residenti in città colpiti dal covid (altri due sono ricoverati al Neuromed). Primo caso a Petacciato, due invece i casi a Ururi, tre a Montagano, altri 3 a Filignano.
Coronavirus sfonda quota 100. Sono 101 i tamponi positivi dall’inizio dell’epidemia, 103 con i due pazienti di Bergamo affidati alle cure dell’equipe del dottor Romeo Flocco in terapia intensiva al Cardarelli da qualche settimana.
Aumentano i ricoveri: sono già 26 a malattie infettive, da riempire con altri dieci letti c’è solo un’altra ala individuata dal piano di gestione covid dell’Asrem. E poi? E poi ci sono le strutture spoke, Isernia e Termoli. Ci sono Larino e Venafro. Ma più che le strutture e gli strumenti, per malattie infettive, servono medici e infermieri.
Due le situazioni in evoluzione già accertate: la casa di riposo di Cercemaggiore con 16 contagiati (13 ospiti e 3 operatori) che potrebbero aver bisogno in futuro di ricovero e il Neuromed con l’intesa raggiunta che appunto destina – così ha fatto sapere l’Ircss – i pazienti meno gravi dei 9 in totale al Cardarelli. Restano 8, per fortuna, le persone curate in rianimazione. E resta fermo, da due giorni, il numero dei decessi (pure 8).
Aumenta invece il numero degli isolati a domicilio. I ‘nuovi’ malati non gravi e coloro che invece sono stati in ospedale e sono stati dimessi perché asintomatici dopo la cura antivirale. Per questi si pone un problema ulteriore: non possono state in casa con familiari che hanno problemi di salute, cronicità, sono soggetti fragili. E allora servono alloggi per la quarantena. «Stiamo lavorando in stretta sintonia coi sindaci, si è creata una rete efficace che mi rende orgoglioso. C’è già la disponibilità di 10 posti da parte del sindaco di Riccia e altri ne stiamo cercando insieme alle associazioni di volontariato di Campobasso», racconta il governatore Donato Toma.
È quasi sera inoltrata, ha appena ricevuto la relazione dell’Asrem sul cluster di Cercemaggiore. La vuole studiare per capire se in base ai contatti ricostruiti pone il rischio esponenziale di contagio, e quindi va decretata un’altra zona rossa, oppure se il problema è circoscritto.
In un video su Fb ha ringraziato «il cuore grande dei molisani», raccomandando ancora una volta di tenere duro perché «vinciamo insieme». Non ha nascosto la rabbia per le polemiche di questi giorni, anzi le strumentalizzazioni – ripete a Primo Piano – «che lascio a chi le fa». «C’è chi non si smentisce mai – così nel video – mentre è in gioco la vita delle persone c’è chi fa polemica. Una sola parola ho per questa gente: vergogna!». Evidente il riferimento alla politica. Mentre i molisani, dice, aiutano in silenzio. «Sono orgoglioso della nostra comunità. Sono i giorni più delicati – dice mentre la voce gli si incrina – Restiamo a casa e aspettiamo con fiducia». Si ferma non riuscendo a trattenere commozione e qualche lacrima.
Alle 21 è lo stesso Toma a confermare: sta firmando l’ordinanza, Cercemaggiore è la nuova zona rossa: in paese entrano ed escono solo personale sanitario e forze dell’ordine, nonché mezzi che trasportano beni di prima necessità.

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