Con i piedi a mollo nel mare cristallino come non mai, le foto scattate sulla costa raccontano di lidi pieni, sole che picchia, passeggiate sul bagnasciuga e tanta voglia di vacanza. Non è proprio così, secondo le stime dell’osservatorio di Federalberghi-Confcommercio: turismo mordi e fuggi, si parte la mattina e si torna a casa la sera. E non ci si ferma nemmeno al ristorante, vince la borsa frigo con le leccornie preparate a casa. Al massimo ci si concedono al bar un caffè e il gelato. Quella scattata in Molise tra giugno e luglio, nella fase più delicata della ripartenza, è una fotografia identica. Cambia lo skyline, non la sostanza. Il Covid 19 ha lasciato ferite nel tessuto economico ma anche nelle sensibilità di chi, oggi, ha ancora timori a comportarsi come se non fosse accaduto nulla. Lo scenario potrebbe cambiare ad agosto che si annuncia come il mese della ripartenza vera, anche se con numeri al di sotto di quelli dello scorso anno. Oggi le percentuali raccontano di presenze ferme al 30% rispetto al luglio 2019 e di prenotazioni – per il mese di agosto – in crescita, fino al 70% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La burrasca del Covid 19 è quindi ancora in corso, flagella il sistema dell’ospitalità molisana: l’osservatorio di Federalberghi monitora mensilmente un campione di circa duemila alberghi: nel mese di giugno, il tonfo delle presenze, scese dell’80,6% rispetto allo stesso mese del 2019. Stranieri? Il tracollo è servito: meno 93,2%. Del resto, con le limitazioni nel movimenti ancora vigenti, i flussi dall’estero risultano giocoforza paralizzati: l’apertura delle frontiere interne all’area Schengen, intervenuta a metà giugno, ha fatto sentire i propri effetti solo in minima parte mentre resiste il blocco di alcuni mercati strategici, tra i quali Usa, Russia, Cina, Australia e Brasile. Anche il mercato italiano, come detto, è ben oltre la soglia di allarme: il ritorno alla normalità nel Belpaese ha un andamento lento. E sono molteplici le ragioni: c’è chi non ha più giorni di ferie, bruciate durante l’emergenza Covid e il lockdown. C’è chi non può permettersele e quindi ricorre al turismo ‘mordi e fuggi’. E poi chi, pur disponendo di reddito e tempo, rinuncia. Troppi disagi e troppi pensieri: incidono sulla decisione di restare a casa la riduzione della capacità dei mezzi di trasporto, la cancellazione quasi totale degli eventi, i timori di varia natura che comprensibilmente animano le persone. Dal report dell’osservatorio di Federalberghi, analizzando i dati rilevati in Molise, si evidenziano le difficoltà del settore turistico legate anche ai ritardi nell’erogazione delle misure di sostegno e all’impossibilità di accedere ai contributi nazionali e regionali. «Siamo ormai entrati nel quinto mese di blocco – commenta il presidente Federalberghi Bocca – e la penuria di prenotazioni per i prossimi mesi fa vacillare la speranza che con l’autunno si possa realizzare una prima parvenza di ritorno alla normalità. Il decreto rilancio e gli altri provvedimenti adottati dal Governo contengono alcune misure utili, ma purtroppo non sono sufficienti ad evitare il tracollo di migliaia di imprese». Come uscire senza le ossa troppo rotte da questo drammatico momento? «Per salvare i posti di lavoro chiediamo di prorogare la cassa integrazione sino a fine anno, ridurre il cuneo fiscale per le aziende che richiamano in servizio il personale. Indispensabile poi completare le misure sull’Imu e sugli affitti, da estendere nella durata ed applicare a tutte le imprese alberghiere. Senza dimenticare che alla riapertura ci dovremo confrontare con un mercato internazionale ancor più competitivo ed occorre quindi incentivare la riqualificazione delle strutture, approfittando di questo periodo in cui molte aziende sono purtroppo vuote».

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