Un nuovo contagio al Sars-Cov2 in Molise: si tratta di un carabiniere in serivizio a Ururi. Positivo al test sierologico, a cui l’Asrem sta sottoponendo gli appartenenti alle forze dell’ordine, anche il tampone molecolare successivamente eseguito ha dato esito positivo. La ricostruzione della catena di contatti ora, come sempre, prosegue.
Il militare è asintomatico. In malattie infettive al Cardarelli resta ricoverato solo l’uomo rientrato dal Kosovo a Pesche, dove vive da 15 anni con la famiglia, sottoposto a tampone perché aveva febbre alta da qualche giorno. I casi attualmente positivi sono 34, i tamponi processati nelle ultime 24 ore sono 149, complessivamente sono 27.346.
L’importanza degli screening sierologici è stata ribadita nella presentazione dei primi risultati, provvisori, dell’indagine condotta da Istat e ministero della Salute con la collaborazione della Croce Rossa e dell’Asrem. Quasi un milione e mezzo di persone ha avuto contatto col Sars-Cov2 e ha sviluppato gli anticorpi. In Molise, spiegano da via Petrella il giorno dopo la conferenza stampa e il report pubblicato sul sito Istat, sono stati effettuati 2.246 test, solo 16 i positivi (3 hanno sviluppato la malattia a marzo/aprile e gli altri 13 non hanno avuto sintomi). In percentuale lo 0,7% del campione: lo 0,7% della popolazione, conclude Asrem, è entrata in contatto col virus. «In termini assoluti, il numero di molisani che ha contratto il Covid è pari a 2.117», si legge nella nota.
I test, dopo l’appuntamento telefonico fissato dagli operatori della Croce Rossa, sono stati effettuati dagli infermieri dell’azienda sanitaria in 11 punti prelievo e processati presso il Laboratorio analisi del Veneziale. «Il nostro ringraziamento va a tutti i cittadini che hanno risposto all’invito e si sono sottoposti al prelievo, collaborando ad un importante studio che fornirà elementi efficaci per tracciare le scelte future – ha spiegato il dg dell’Asrem Oreste Florenzano – Il ringraziamento va esteso agli operatori della Croce Rossa e a tutto il personale dell’Asrem. Le nostre donne e i nostri uomini, sebbene provati dal periodo di emergenza, si sono impegnati come non mai per portare avanti questa indagine, consci della grande importanza che i dati rilevati possono avere per gli esperti».

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