Da stamattina i lavoratori Gam sono in presidio davanti alla giunta regionale.
La Caritas ha portato la loro richiesta di aiuto sul tavolo del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Qualche giorno fa, l’appello a don Alberto Conti. «Abbiamo un’età avanzata ma ci mancano alcuni anni per raggiungere i requisiti per andare in pensione, il 4 novembre scade la cassa integrazione straordinaria e ci troveremo improvvisamente in grandi difficoltà». Chiedono un impiego, anche se provvisorio. «Vogliamo renderci utili, fare qualsiasi cosa per la collettività o per il bene comune, siamo pronti a fare la nostra parte pur di andare avanti e giungere alla pensione senza essere costretti a raggiungere i nostri figli che in gran parte già sono andati via».
Il direttore della Caritas di Trivento ha scritto alla ministra Catalfo, al governatore Toma e ai consiglieri regionali. Ha messo in evidenza il destino di «273 persone che con le loro famiglie hanno nel lavoro in quella azienda, che ha vissuto vicissitudini varie tra rischi ripetuti di chiusura e illusori progetti di rilancio, la loro unica fonte di sostentamento». Non ho proposte, ha aggiunto, non è questo il compito della Caritas. Lo è, invece, avvertire «degli effetti disastrosi che la fine del lavoro nelle nostre terre sta determinando», un «baratro che risucchia tutto e tutti nel suo fondo».
A Catalfo, Toma e ai consiglieri regionali don Alberto chiede di intervenire «con il cuore, con la mente, con la competenza vostra e la forza che le istituzioni possono garantire».
La Caritas italiana, con don Francesco Soddu, a Catalfo e Toma ha ricordato le parole di papa Francesco, «senza lavoro le famiglie e la società non possono andare avanti». E auspicato che per i lavoratori Gam si riescano a ipotizzare lavori di utilità sociale o altre formule che consentano di non abbandonarli.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.