Dopo Pasqua, nidi, asili e scuole fino alla prima media aperte anche in zona rossa. Ma fino al 30 aprile saranno mantenute le attuali restrizioni anti contagio: non sono previste zone gialle.
Ieri la conferenza stampa di Draghi e Speranza, il premier ha anche risposto alle dichiarazioni del leader della Lega Salvini rilanciate appena prima dell’appuntamento con gli organi di informazione: impensabile per lui mantenere ancora chiusa l’Italia, Salvini ha annunciato che in Cdm la Lega dirà sì al provvedimento solo se «prevederà un graduale e sicuro ritorno alla vita».
«Le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati» sui contagi, la risposta ferma di Draghi. «Le misure hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per aria. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati», ha aggiunto.
Il titolare della Salute ha confermato che «le misure ci hanno consentito di verificare i primissimi segnali di rallentamento del contagio. Oggi l’Rt segna 1.08, la settimana passata 1.16 ed erano diverse settimane che cresceva. Il tasso di incidenza è sceso sotto i 250: c’è ancora una situazione delicata che va seguita con la massima attenzione ma possiamo consentirci in un quadro prudenziale una scelta di apertura della scuola». Che non è fonte di contagio, lo è invece tutto ciò che avviene intorno, i trasporti ad esempio, per questo serve mantenere le altre restrizioni.
Altro tema centrale della conferenza, le vaccinazioni. Intanto con la novità del contratto chiuso dalla Regione Campania per il medicinale russo Sputnik, operativo solo quando avrà l’ok di Ema e Aifa. Pronunciamento che Draghi non prevede a breve, non prima di 3 o 4 mesi: «Mi riservo di esaminare la parte giuridica degli ultimi contratti. Confermo quanto detto: c’è in gioco la salute, la vita e la morte, bisogna cercare il coordinamento europeo e se non si vede la soluzione bisogna cercare altre strade. Io però starei attento a fare certi contratti».
Sul resto, ribadisce il giro di vite. Intanto, «non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo», ha dichiarato sui sanitari no vax.
La prossima settimana un nuovo incontro con le Regioni: «Bisogna lavorare tutti insieme, inutile mettere divieti o minacciare misure. Il criterio di fondo è l’età. Si va avanti così e si va avanti bene. Quello che ho detto in Parlamento alle Regioni – ha poi spiegato – era una reazione spontanea davanti alle differenze tra le varie regioni. La Costituzione attribuisce al governo centrale competenze in caso di pandemia. il mio richiamo era anche un appello a collaborare, il richiamo era inteso a dire che bisogna vaccinare i fragili e gli ottantenni e poi andare in ordine di età, ho anche detto che il criterio dell’età deve tornare a essere prioritario. Perché si vedono categorie che sono state vaccinate prima e non si capisce perché siano più esposte degli ultraottenni che poi sono i nonni che stanno con i nipoti».

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