Disposto ieri l’arresto di Gianluigi Torzi, il broker molisano già coinvolto nella vicenda della compravendita dell’immobile di Sloane Avenue a Londra, per la quale è sotto inchiesta da parte dell’autorità giudiziaria vaticana, che gli ha contestato un profitto illecito di 15 milioni di euro.
Oltre alla misura cautelare, su richiesta della procura di Roma il gip ha prescritto il divieto di esercizio della professione di commercialista o uffici direttivi di imprese per 6 mesi nei confronti di Giacomo Capizzi, Alfredo Camalò e Matteo Del Sette, tutti indagati a vario titolo per emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti.
Torzi è accusato anche di autoriciclaggio. «Impugneremo questo provvedimento davanti al Riesame» ha commentato il suo difensore Marco Franco.
Sulla base delle indagini è stato ricostruito come una parte dei 15 milioni, accreditata a due società inglesi dell’imprenditore molisano, sia stata impiegata per l’acquisto di azioni di società quotate nella borsa italiana, per un importo di oltre 4.5 milioni di euro, che gli ha consentito dopo pochi mesi di conseguire un guadagno di oltre 750mila euro, e per risanare il debito di 670mila euro a carico di altre due aziende riferibili allo stesso Torzi.
L’inchiesta ha inoltre accertato, non collegato all’operazione immobiliare londinese, anche un giro di false fatturazioni realizzato dal broker molisano insieme con Capizzi e ai commercialisti, Camalò e Del Sette, di riferimento del gruppo di imprese italiane ed estere riconducibili a Gianluigi Torzi.
Per il gip le fatturazioni sono state emesse senza alcuna giustificazione commerciale ed avevano il solo scopo di frodare il fisco.
«Deve ritenersi assolutamente concreto ed attuale il pericolo di reiterazione di delitti della stessa specie di quelli per cui si procede da parte degli indagati, tenuto conto della natura non occasionale dei reati contestati» ha scritto il gip di Roma Corrado Cappiello nell’ordinanza di misura cautelare con cui ha disposto l’arresto del broker molisano. «Appare evidente che Gianluigi Torzi, con la collaborazione attiva di prestanome e di tecnici di fiducia, si serva di numerose società, operanti anche all’estero, come schermo per la propria attività imprenditoriale – si legge ancora nell’ordinanza – in gran parte basata sull’elusione fiscale, provvedendo al reimpiego dei proventi illeciti in speculazioni finanziarie. Allarmante è la facilità con cui Gianluigi Torzi ed i suoi collaboratori siano riusciti a organizzare le operazioni fraudolente, individuando e sostituendo in brevissimo tempo le società da utilizzare per l’emissione e l’utilizzo delle fatture false. Così come molto rapido è stato il reinvestimento in Italia degli ingenti 15 milioni di euro, proventi illeciti delle condotte perpetrate da Torzi ai danni della segreteria di Stato». Nel motivare l’ok all’arresto, il gip ripercorre anche che «oltre al procedimento penale pendente presso lo Stato della Città del Vaticano nel quale è stato recentemente tratto in arresto, Gianluigi Torzi, gravato da precedenti di polizia per abusiva attività finanziaria, truffa, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, è indagato anche per fatti di bancarotta fraudolenta, propria ed impropria, nell’ambito del gruppo Tag Comunicazioni», società molisana fallita nel 2011.

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