“Una data certa per tornare a lavorare”. Questo uno degli slogan della manifestazione organizzata dagli operatori del settore wedding, tenutasi nella mattinata di ieri dinanzi al consiglio regionale. Molti i lavoratori presenti al presidio, dai fotografi ai ristoratori, passando per gli animatori, che ormai da più di un anno sono fermi e senza certezze.
Al netto di ristori insufficienti e risparmi ormai esauriti, neppure il nuovo decreto Covid ha fornito indicazioni sulla ripartenza dell’intero comparto. I manifestanti hanno chiesto un incontro alle istituzioni regionali per far valere le proprie istanze e sono stati ascoltati dalla delegazione del Movimento 5 Stelle, dal consigliere Facciolla e dal presidente della Regione Donato Toma. Quest’ultimo si è impegnato a portare le richieste dei lavoratori all’attenzione della conferenza delle Regioni e ad organizzare un tavolo tecnico nei primi giorni maggio.
«Si sta portando all’esasperazione un settore che trascina il Paese, lo si sta accantonando in un angolo e si sta aspettando troppo tempo prima di capire che la ripresa sarà davvero molto più lenta del previsto. Il governo ha stabilito una data per la ripresa delle fiere, ma non ha minimamente considerato gli eventi privati. Federmep e Assoeventi hanno anche predisposto un protocollo sanitario che concilia le esigenze di contenimento della pandemia con quelle di sopravvivenza dei 50mila operatori economici del nostro comparto – ha affermato Mauro Di Salvatore, capo delegazione Federmep Molise – 14 mesi senza lavoro sono troppi, continuiamo a pagare le tasse ma non veniamo ristorati. Siamo stati dimenticati da tutto e da tutti. Chiediamo almeno delle linee guida per ricominciare a lavorare e una data certa affinché ciò possa avvenire. Noi lavoriamo con programmazione e organizzazione. Senza siamo impossibilitati» ha concluso Di Salvatore.
«Serve una data certa per poter ripartire e tornare a lavoro. Come me, tanti professionisti che lavorano nel settore sono fermi da più di un anno. Un anno che è stato disastroso – le parole di Mena Palladino, parrucchiera – Abbiamo subito delle chiusure continue, anche dopo numerosi investimenti per rendere sicuri spazi e locali. I ristori sono stati inadeguati e così non possiamo andare avanti».
«Chi non ha posti all’aperto deve inventarseli. Queste riaperture hanno discriminato la maggior parte dei ristoratori. Tutti noi stiamo provando con le forze rimanenti a combattere fino alla fine, ma ci sentiamo abbandonati – questa la critica di Maria Assunta Palazzo del ristorante di Campobasso “Miseria e Nobiltà” – Viviamo e lavoriamo di programmazione. Senza una data, anche indicativa, ciò diventa impossibile. La criticità maggiore è che il settore eventi e cerimonie non è nemmeno stato nominato dal governo».
«Siamo da rianimare e abbiamo voglia di ripartire – hanno proseguito gli animatori mago Peppe e mago Checco – Con le dovute precauzioni e nel rispetto delle regole si può lavorare, ma non è possibile lasciare un intero settore senza alcuna certezza e senza linee guida».
Sulla stessa scia Gabriella D’Alessandro, wedding planner, e Marianna Colavecchia, dell’atelier “Sposa Bella”. «Potremmo riaprire in sicurezza così come molte altre attività che oggi sono tornate a lavoro. Abbiamo resistito per più di un anno grazie alla nostra tenacia e ai nostri risparmi, entrambi ormai agli sgoccioli. Così non possiamo più sopravvivere» ha affermato l’organizzatrice di matrimoni. «È una situazione surreale – ha continuato Colavecchia – Il nuovo decreto non ci induce all’ottimismo. Abbiamo bisogno di lavorare, in sicurezza certo, ma di lavorare».
«La Regione ha formulato dei criteri per i ristori che non toccano minimamente il nostro settore, siamo stati tagliati fuori da qualunque tipo di sostentamento economico» ha concluso il fotografo Nicola Paoloantonio.
Tornare a lavorare dunque, o almeno conoscere una possibile data per poter tornare a farlo in sicurezza. Questa la richiesta di tutti i lavoratori del comparto eventi.

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