L’ospedale Caracciolo, soprattutto nei periodi pre-elettorali, torna sulla cresta dell’onda mentre la gente vuole (o almeno spera) solo che le sia assicurata l’assistenza sanitaria, che il presidio di montagna possa sopravvivere e funzionare. L’ipotesi di una sperimentazione gestionale pubblico-privata per la struttura agnonese non è stata accolta di buon grado durante l’assemblea pubblica di venerdì sera al Teatro Italo Argentino. A contestarla più di tutti i primi cittadini del territorio (tranne qualche sostenitore) che ritengono necessario salvaguardare il pubblico, il diritto di avere cure e servizi sanitari. E, secondo quanto emerso durante il dibattito, a non essere d’accordo non è neppure il commissario ad acta Filippo Basso, che martedì riceverà come delegato dei sindaci alto molisani a Campobasso, Michele Carosella. Per la struttura commissariale, inviata dal Governo tecnico per sanare i conti della sanità molisana, pensare ad una sperimentazione pubblico-privata sarebbe come non affrontare i problemi. Insomma, secondo i più, non potrebbe funzionare. Ciò che invece è stato ribadito è la necessità di salvaguardare l’ospedale di montagna e di confine, chiedere al commissario di preservare il servizio di emergenza- urgenza

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