Un piano straordinario di investimenti per l’alto Molise al fine di arrestare la piaga dello spopolamento che in settant’anni – dal 1951 al 2021 – ha dimezzato la popolazione residente nei vari comuni a ridosso dell’Abruzzo. Lo chiedono con forza un pool di imprenditori e artigiani di Agnone che da anni hanno visto precipitare produzione e introiti dettati in particolare dalla mancanza di capitale umano che nel frattempo continua l’esodo verso altri lidi.
«L’istituzione della Regione Molise (1963, ndr) e della Provincia di Isernia (1970, ndr) di fatto hanno prodotto in alto Molise spopolamento, povertà e mancanza di sviluppo – scrivono -. Un dato per tutti: dalla creazione della Regione e Provincia di Isernia, Agnone è l’unico centro di una certa grandezza che ha subito l’inarrestabile decremento della popolazione. Difatti, mentre altre aree sono state privilegiate dall’intervento pubblico anche improduttivo, nel nostro territorio si continuano a tagliare servizi essenziali – aggiungono -. La risultante degli sprechi perpetrati altrove è stata di subire le tasse più alte d’Italia. Chi vive nelle zone interne paga e pagherà il prezzo più alto per mobilità, energia e costi generali quotidiani». Ed ancora, aggiungono «prima di tagliare i servizi ai cittadini è giusto e doveroso che si riducano i costi spropositati della politica e gli enormi sprechi che si annidano nel bilancio regionale per convogliarli in un intervento straordinario nelle zone interne, che punti innanzitutto al rilancio dell’economia. Come accaduto in passato per altri territori (vedi l’asse Termoli – Venafro), si devono reperire le risorse adeguate per evitare la morte definitiva di un’intera area. In caso contrario non ha più senso restare in una Regione che tanto ci toglie e nulla ci dà». A questo punto rilanciano l’idea di secessione dal Molise per tornare con i cugini abruzzesi. «Vista la situazione attuale, crediamo siano maturi i tempi per iniziare un percorso di riscatto che possa portare i comuni dell’alto Molise ad intraprendere una battaglia di sopravvivenza, ma soprattutto di dignità, per la quale siamo disponibili a percorre tutte le strade, non ultima quella di promuovere la secessione da una Regione che ci discrimina e ci mortifica ogni giorno». Non a caso l’invito a reagire ad una situazione drammatica con indici di denatalità e anzianità spaventosi, arriva alla vigilia delle elezioni regionali che diranno quale sarà il governo dei prossimi cinque anni. «Se i candidati alle regionali non ci daranno concrete garanzie in termini di programmazione e investimenti – concludono – l’unica strada da intraprendere con convinzione è quella di cambiare il corso della storia passando con l’Abruzzo».

La black-list delle criticità da risolvere

– Viadotto ‘Sente-Longo’: chiuso da cinque anni che assicurava uno scambio di natura socio-economico con numerosi centri dell’Alto Vastese
– Ultimazione della fondovalle Fresilia: con 40 milioni di euro dirottati su altre arterie
– Ospedale ‘San Francesco Caracciolo’: sulla carta presidio di ‘Area particolarmente disagiata’ ma nei fatti mero poliambulatorio
– Nuovo ospedale di Agnone: tra le incompiute storiche del Molise
– Mancanza di uno sbocco rapido sulla fondovalle Sangro che consentirebbe il pendolarismo con l’area industriale di Atessa (Ch)
– Continua perdita di aziende zootecniche e agricole, complice l’assenza di sgravi fiscali, incentivi ed emigrazione
– Fiscalità di vantaggio mai attuata per i Comuni al di sopra degli 800 metri sul livello del mare
– Totale assenza di insediamenti produttivi di una certa rilevanza
– Nessun corso di formazione o facoltà universitaria come reclamato da tempo

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